un'altra storia nocera inferiore

L’ombra dello scambio di voto politico-mafioso piomba sulle elezioni amministrative dello scorso giugno a Nocera Inferiore. È l’accusa formulata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Salerno che ha disposto quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di esponenti di vertice della camorra nocerina e di alcuni candidati.

Le accuse

Antonio Pignataro (storico affiliato alla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo, transitato poi nel cartello criminale della Nuova Famiglia), Luigi SarnoCarlo Bianco (ex consigliere comunale e candidato alle scorse amministrative) e Ciro Eboli (candidato nella lista “D’Acunzi sindaco per Nocera”) sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo camorristico, scambio elettorale politico-mafioso, corruzione elettorale, estorsione e violenza privata.

L’operazione – nella quale risultano indagate a piede libero altre 20 persone – è stata eseguita stamane dai carabinieri del Ros, in collaborazione con i colleghi del comando provinciale di Salerno e con l’ausilio di unità cinofile.

La genesi

L’inchiesta, denominata “Un’altra storia”, rappresenta la prosecuzione di una precedente fase investigativa culminata, nel dicembre 2016, con l’esecuzione di misure cautelari nei confronti dei componenti di tre distinti gruppi criminali, tra cui quello capeggiato dai fratelli Michele e Luigi Cuomo.

I fatti

Le successive acquisizioni investigative hanno messo in evidenza la figura di Antonio Pignataro, condannato per l’omicidio di Simonetta Lamberti – avvenuto nel 1982 -, figlia dodicenne dell’allora Procuratore della Repubblica di Sala Consilina, Alfonso Lamberti. Nonostante la detenzione domiciliare – concessa nel 2015 per gravi motivi di salute -, Pignataro era riuscito nuovamente a imporsi come referente criminale sul territorio di Nocera Inferiore. Gli inquirenti, infatti, ritengono che avvalendosi di Ciro Eboli e Luigi Sarno abbia rivendicato la propria egemonia sul territorio.

Ma il gruppo si sarebbe soprattutto assicurato solidi rapporti di natura politica con l’amministrazione di Nocera Inferiore, al fine di garantirsi tornaconti personali per sé e per i sodali.

Scambio elettorale politico mafioso

In particolare la Procura Antimafia di Salerno ritiene che Pignataro e i suoi alleati abbiano stipulato un accordo di scambio di voti politico-mafioso con Carlo Bianco, consigliere comunale a Nocera Inferiore fino al giugno 2017 e candidato alle scorse elezioni amministrative. L’intesa, secondo gli investigatori, avrebbe previsto voti in cambio dei quali ci sarebbe stato un cambio di destinazione urbanistica di un fondo ubicato nelle vicinanze delle proprietà della diocesi di Nocera Inferiore. Bianco avrebbe sollecitato la Giunta che, lo scorso 16 maggio adottò l’atto d’indirizzo propedeutico alla variante.

Un beneficio in cambio del quale il clan avrebbe garantito all’ex consigliere comunale un pacchetto di almeno 100 voti. Una promessa che, tuttavia, non sarebbe servita ad ottenere il risultato. Bianco, infatti, non sarebbe stato rieletto in Consiglio comunale, avendo conseguito soltanto 137 voti.

Affissioni elettorali

Luigi Sarno, invece, sempre grazie a Pignataro, avrebbe ottenuto da più candidati l’affidamento dei servizi di attacchinaggio di manifesti elettorali. E chi si rifiutava – come nel caso del candidato Mario Stanzione – sarebbe stato minacciato.

Ma l’affare delle affissioni non sarebbe stato l’unico business del gruppo criminale. Sarno, infatti, insieme ad amici e conoscenti, avrebbe ideato e realizzato un articolato piano di corruzione elettorale che prevedeva il pagamento di 50 euro a chi avrebbe dimostrato con una fotografia della scheda elettorale di aver votato Nicola Maisto, candidato nella lista “Uniti per Torquato” (eletto con 368 preferenze).

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