Delio Rossi sofia

di NICOLA LANZILLI

La voglia di riscatto, l’obbligo di rivitalizzare una carriera d’alto livello e il bisogno di evadere. Presumibilmente sono state queste le sensazioni che hanno pervaso Delio Rossi negli ultimi due anni. Un “vuoto” iniziato il 28 ottobre 2015 dopo una sconfitta casalinga rimediata contro l’Inter che pose fine alla sua avventura sulla panchina del Bologna. Da lì la decisione di staccare la spina, ma non per sempre.

La ripartenza

La Coppa Italia vinta con la Lazio, come la promozione in serie A con la Salernitana erano, evidentemente, ricordi ancora freschi nella mente del “profeta” dell’Arechi, convinto più che mai di poter ripetere le imprese del passato. «Tranquilli, una nuova sfida per me prima o poi arriverà» aveva ribadito qualche mese fa, escludendo di fatto una sua uscita di scena. E in effetti ha avuto ragione. Il 4 agosto, infatti, a far squillare il telefono del trainer riminese è la dirigenza del Levski Sofia, squadra militante nella massima serie bulgara, che dopo aver esonerato Nikolay Mitov ha scelto proprio lui come nuova guida.

Incroci granata

L’estero, dunque, nel futuro di Delio Rossi, che mai prima d’ora aveva oltrepassato i confini nazionali. Proposta accettata e partenza a razzo. Vittoria all’esordio dinanzi al suo nuovo pubblico e un nuovo capitolo della sua vita calcistica da riscrivere. Perché no, insieme a Sergiu Bus, ex attaccante granata, ora filo conduttore con l’Italia ma principalmente con Salerno. Città nella quale ha vissuto alcuni degli anni più emozionanti della sua carriera. La punta romena, che di certo non ha lasciato segni indelebili nel cuore dei tifosi dell’ippocampo come il suo attuale allenatore, ha però, già regalato una gioia al “profeta” realizzando la rete del 2 a 0 nel match contro il Dunav Rusev.

Rincorsa alla vetta

Il secondo successo è arrivato dopo appena sette giorni dal primo grazie allo 0 a 3 rifilato a domicilio al Pirin Blagoevgrad. Tre punti fondamentali per restare attaccati alla vetta, ora distante 4 punti e con il vantaggio di avere una gara in meno rispetto alla capolista Cherno More. Insomma se è vero che nemo profeta in patria tanto vale provare ad esserlo altrove.

Notizie Simili

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *