di EDOARDO CIOFFI
Nato sette anni fa da un’idea dell’allora ministro Roberto Maroni con l’intento di fidelizzare i sostenitori delle squadre di calcio, il tanto osteggiato programma della Tessera del Tifoso sembrerebbe al capolinea. Il condizionale è d’obbligo, visto che al momento è stato soltanto siglato un protocollo d’intesa a Roma, presso la sede della Federcalcio, tra Figc, Coni, Ministero dell’Interno, Ministero per lo Sport e le Leghe dei vari campionati professionistici.
Gli ultras e l’articolo 9
Un cambiamento che, nelle parole del presidente del Coni Giovanni Malagò e del ministro dell’Interno Marco Minniti, sa quasi di svolta epocale ma che, nella sostanza, non cambia di molto la normativa vigente per l’ingresso negli stadi. Il messaggio arrivato da Roma dopo la firma del protocollo d’intesa è stato indubbiamente un segnale d’apertura al mondo del tifo organizzato e la stessa volontà di abolire, entro tre anni, l’obbligo della fidelity card per prendere parte alle gare in trasferta, ne è la dimostrazione. Ma c’è dell’altro. Il vero malcontento della maggior parte delle curve d’Italia non riguarda la card magnetica in quanto tale, bensì l’ormai noto articolo 9 che è insito nella Tessera del Tifoso ma anche nel sistema d’emissione del singolo titolo d’accesso.
La battaglia alla “black list”
La polemica, portata avanti da molte tifoserie italiane, coadiuvate da un pool di legali esperti del settore, nasce dal fatto che chi ha scontato un Daspo, ovvero una misura restrittiva che vieta l’ingresso negli stadi per una durata variabile di tempo, alla scadenza dello stesso può vedersi negato l’accesso proprio con l’applicazione dell’articolo 9; quest’ultimo infatti impedisce a chi è stato condannato, anche in primo grado, per reati da stadio, di avere avere libero accesso negli impianti sportivi. Quindi, pur avendo scontato quella che in termini curvaioli viene anche chiamata diffida, ad alcuni tifosi viene negata sia la possibilità di acquistare i ticket d’ingresso per le partite interne, sia il rilascio dellaTessera del Tifoso per quelle esterne. I nomi che fanno parte di questa speciale black list sono a discrezione delle singole Questure ed ufficialmente, ad oggi, tale articolo non ha subìto alcuna variazione.
Trasferte libere & vietate
Tra le novità che si avranno, invece, ci sarà la possibilità di acquistare l’abbonamento stagionale anche senza Tessera e le uniche card (facoltative) che esisteranno saranno emesse dagli stessi club per iniziative di merchandising. Altra importante novità, che sarà sperimentata già in questo campionato, riguarderà la tipologia di partita. L’Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive, come del resto fa già da diversi anni, classificherà ogni singola gara a seconda del profilo di rischio. Se si tratta di una partita che non desta grosse preoccupazioni dal punto di vista dell’ordine pubblico, i tifosi della squadra ospite potranno acquistare i biglietti per qualunque settore dello stadio. Tale provvedimento va a tutelare soprattutto gli sportivi che magari preferiscono godersi l’evento in un settore più comodo dello stadio e con una visuale migliore; cosa che, in questi anni, era divenuta praticamente impossibile e scoraggiava tanti appassionati di calcio sprovvisti di card. Per le partite considerate “a rischio”, invece, la vendita dei biglietti sarà limitata soltanto al settore ospiti. L’Osservatorio potrà, inoltre, decidere di vietare le trasferte se considererà una partita “ad alto profilo di rischio”, disponendo quindi la chiusura del settore dedicato agli ospiti e vietando loro la vendita dei biglietti.
Il cambio di rotta
Va comunque sottolineato un dato: contrariamente agli albori della card, quando vi era una schiacciante percentuale di curve schierate contro lo strumento di fidelizzazione e pochissime altre che invece fin da subito decisero di aderire, oggi la situazione si è praticamente ribaltata. L’introduzione della Tessera ha sicuramente contribuito, negli anni, a frammentare alcune tifoserie e a contrapporre, in molte città, strenui sostenitori sprovvisti di card ad altri che invece hanno deciso di sottoscriverla. Ultimo esempio di “scelte diverse” a Napoli, dove l’idea d’avversione alla Tessera della Curva B non ha trovato la condivisione di alcuni gruppi della Curva A, che dallo scorso campionato hanno deciso di tornare a viaggiare anche in Italia al seguito della maglia azzurra e da quest’anno si sono ricompattati sotto un’unica sigla, sia in casa che in trasferta; ma situazioni simili sono state riscontrate in molte altre piazze, su tutte Catania, Foggia e Brescia. Resterà da capire come si muoveranno i gruppi organizzati dopo questo restyling messo in atto dagli organi ministeriali e dai vertici del calcio italiano, con l’intento di far tornare il popolo pallonaro sui gradoni e di restituire alla gente quello che è lo sport più popolare al mondo.