di SABATO ROMEO
“Ci giochiamo la stagione”. Non ama girarsi troppo intorno Maurizio Sarri. Preferisce essere nudo e crudo senza trincerarsi dietro le frasi stereotipate da allenatore. E’ ad un passo dal centrare il primissimo obiettivo stagionale il Napoli, ma i novanta minuti che separano gli azzurri dal pass Champions mettono i brividi. Perché il 2-0 dell’andata al Nizza è immagine vivida, così come la sensazione di dominio, di controllo che dovrebbe far dormire sonni tranquilli. Eppure non è così. A partire dai dieci minuti finali con la doppia superiorità numerica, con quella zampata mancata di Arek Milik che grida ancora vendetta. E l’incubo Bilbao che riaffiora ma da scacciare via immediatamente, per evitare di complicarsi tremendamente sin dagli albori la stagione considerata da giugno quella della consacrazione.
ESAME DI MATURITA’
E allora occhio alla voglia di riscatto del Nizza, squadra insidiosissima tra le mura amiche, in quel fortino dell’”Allianz Riviera” che Dante ha già preannunciato un catino infuocato ma caduto dopo i primi novanta stagionali per mano del Troyes. Una gara dal coltello fra i denti, con gli spauracchi Balotelli e Snejder, esclusi causa indisponibilità dalla sfida del San Paolo ma bramosi di rovesciare un pronostico già scritto. Una delle tante insidie di un match che testerà soprattutto le capacità mentali della squadra partenopea, vecchio difetto della Sarri-band ed emerso nel finale di gara col fiatone col Verona. “Dobbiamo dimenticarci del risultato dell’andata e interpretare la partita secondo le nostre caratteristiche – ha ammesso il tecnico toscano – Giocare il nostro calcio ci riesce bene, gestirle un po’ meno”. Mezz’ammissione di colpa dunque, con un misto di curiosità per capire se questo Napoli può considerarsi finalmente maturo.
SOLO TITOLARISSIMI
Crocevia della stagione da disputare puntando sui fedelissimi. Undici dell’andata riconfermato in toto, rimodificando la formazione vista a Verona. A difendere Pepe Reina ci saranno Hysaj, Albiol, Koulibaly e Ghoulam. In mezzo al campo Jorginho guiderà il gioco supportato dalle idee di Hamsik e dal dinamismo di Allan. Davanti Callejon e Insigne non si toccano, con il sospiro di sollievo per Mertens che sa tanto di titolarità per il belga. Perché il dito toccato duro al “Bentegodi” fa male ma non dovrebbe minare l’utilizzo del numero quattordici, determinante all’andata non solo per il gol ma per le giocate capaci di far saltare il labile equilibrio difensivo transalpino. Solo panchina per Milik, che continua a sperare chance di titolarità. Novanta minuti per scrivere il proprio futuro, il Napoli non può più sbagliare.
Fonte foto: profilo Facebook Ssc Napoli