lotito saluto

di DARIO CIOFFI

La provocazione sui «pochi abbonamenti», a oggi meno d’un migliaio (aumenteranno, ma non raggiungeranno la quota 4500 dell’anno scorso), è arrivata puntuale come i mandarini a Natale. Claudio Lotito ha (ri)detto quel che di questi tempi, settimana più/settimana meno, ripete sempre, all’alba d’ogni campionato della Salernitana: «Se il dato sarà scarso significherà che c’è poco apprezzamento per il lavoro della società. E io rifletterò».

“Per quest’anno non cambiare…”

Le parole del multi-patron, in un’intervista concessa a Il Mattino e firmata Eugenio Marotta, riportano a un tormentone d’ogni estate, un po’ come il “Mueve la colita” che nei balli di gruppo sulle spiagge non passa mai di moda. Dalla serie D alla B, passando per la fu C2 e la Lega Pro unica, le sette stagioni di gestione Lotito-Mezzaroma son sempre state segnate dal warning dell’anima più vulcanica della proprietà. E dalla conseguente – scontata – reazione stizzita del popolo granata all’avvertimento. Solita musica, insomma.

Il nodo elezioni

Solo che stavolta gli scenari sono un po’ mutati. Perché fino al 30 agosto, quando forse – mica è certo, anzi – la Lega di B eleggerà il suo presidente, il destino della Salernitana resterà di fatto in sospeso. Lotito cerca voti (da mesi): se vincesse, diventando manager della serie cadetta e di conseguenza di nuovo consigliere federale (la poltrona cui davvero aspira), sarebbe costretto a cedere le sue quote perché le cariche sono incompatibili. L’ha già chiarito al tramonto del campionato scorso, dando(si) esplicitamente una priorità. È pronto a sacrificare l’avventura granata sull’altare d’un non meglio precisato «spirito di servizio» in favore del calcio italiano che, dopo anni di “strapotere” del magno Claudio in Figc, ha cominciato in parte a fargli la guerra. Perché «comandava troppo» dicono i sostenitori del “blocco Juventus”, anche se «è uno che sa lavorare» ribatte chi gli è rimasto “fedele” (e tutto sommato annuisce pure qualche silente componente della nuova opposizione a Lotito). Inciuci politici a parte, resta il dato, oggettivo, che Salerno sia ancora in attesa di capire cosa ne sarà della società del cavalluccio marino da fine agosto in avanti. La condicio sine qua no delle elezioni in Lega B è un dato rilevante anche sul fronte campagna abbonamenti. L’amore è cieco a prescindere, certo, e all’ombra del Castello d’Arechi molto più che altrove, però va da sé l’estate che volge al termine non abbia solleticato molto la fantasia popolare.

Il nuovo progetto

A Lotito, in salsa granata, va riconosciuta, pur nella precarietà dei possibili equilibri futuri, un impegno concreto sul mercato. Perché dopo la raffica di cessioni al pronti-via della “fiera dei sogni” (parevano incubi in una settimana d’addii ripetuti) in pochi avrebbero creduto in un lento ma tangibile, e nelle idee sicuramente apprezzabile, cambio di rotta. La Salernitana ha alleggerito e di molto il monte ingaggi, come s’era ripromessa di fare per ripianare gli ultimi buchi di Bilancio, ma ha inserito in rosa elementi di qualità, qualcuno con buona storia, altri d’eccellente prospettiva. Insomma, a vederla così, con ancora pochi movimenti in uscita (e ancor meno in entrata) da portare a termine, non pare affatto una squadra figlia della superficialità. Aspettando che il campo dia il suo insindacabile giudizio.

Segno dei tempi

In soldoni, riconosciuti i “meriti” che Lotito legittimamente rivendica, rimane da considerare la comprensibile volontà del “pubblico di massa” d’attendere gli eventi. In fondo la campagna abbonamenti granata da diversi anni non fa registrare numeri da capogiro (a differenza di quel che poi invece accade settimanalmente con i report delle presenze all’Arechi). Troppo lontani i tempi delle 14mila sottoscrizioni dell’estate 1996, quella dell’allora presidente Nello Aliberti sorridente con un giovanissimo Mino Raiola che accompagnava a Salerno gli olandesi Jansen e Ferrier, e dell’amichevole vinta contro la Lazio tra uno sventolio di bandiere “orange” in Curva Sud. Furono giorni d’illusione, ma era soprattutto un’altra epoca, in cui non essere allo stadio significava dover attendere il “pastone” delle sette e mezzo della sera, al Tg Regione di Rai 3, per vedere i gol della B in un montaggio-lampo.

L’attesa del giudizio

La Salernitana versione 2017/2018 ha condotto un mercato “saggio”, probabilmente (saranno sempre i risultati a confermare o smentire le sensazioni) intelligente, preferendo il goleador della serie C Bocalon e il giovane laziale Rossi che ha fatto faville in Primavera a “vecchi marpioni” delle aree di rigore dai nomi blasonati ma in età da pre-pensionamento. La scelta intriga, però evidentemente non sollecita abbastanza la mobilitazione per una campagna abbonamenti (dai prezzi accessibili ma non tra più i bassi della categoria) che si ridurrà a un’adunata dei “soliti immancabili”. Che però non resteranno da soli.

Se i conti tornano…

In fondo, tormentoni estivi a parte, Lotito sa bene che basta poco, a Salerno, per “accompagnare” folle oceaniche al botteghino. E se i granata ne saranno capaci, il più felice, calcolatrice alla mano, sarà proprio il patron…

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