Ad Avellino lo chiamano ancora “l’uomo del destino”. Stadio Ceravolo di Catanzaro, stagione 2012/2013: come un rapace s’avventa sul cross di D’Angelo, regalando agli irpini il successo (ora finito nel mirino della Procura federale della Figc) che vale il tanto agognato ritorno in B. Gianmarco Zigoni ha preso prefisso del nome e ruolo da papà Gianfranco, il George Best italiano, il calciatore più rivoluzionario degli anni Settanta, quello che scendeva in campo dando scandalo con capelli lunghi sfatando il tabu delle scarpette colorate, quello che si accomodava in panchina con la pelliccia, quello che si definiva più forte di Pelè e fece innamorare allenatori come Viani e Valcareggi. Sarà lui, sabato sera, lo spauracchio cui dovrà fare attenzione la Salernitana nel debutto di campionato con il Venezia.
Peccati cancellati
Gli Zigoni hanno un brutto vizio: mettere a segno gol destinati a restare nella storia. Chiedete ai tifosi del Milan. Perché fu proprio Gianfranco, l’uomo che sognava «di morire in campo al Bentegodi indossando la maglia gialloblu» e che in ritiro si divertiva a spegnere i lampioni sparando con la sua Colt 45, il grande protagonista della “fatal Verona” rossonera, sconfitta rimasta nell’immaginario collettivo che privò i rossoneri dello scudetto della stella. Si sono ripetuti, gli Zigoni, non solo con scaligeri ed irpini. Papà Gianfranco ai tempi della Juventus realizzò la rete – inutile per i bianconeri – che valse la retrocessione dalla A della Spal. Toccò a Gianmarco “cancellare” i suoi peccati, in due campionati e mezzo coi biancazzurri. Fu proprio “il cobra” a segnare il gol che permise agli estensi di ritrovare la serie B. Chiudendo il cerchio del destino.
Super Pippo e il record di prestiti
La carriera di Zigoni figlio, così come quella del padre, è ricca di segni. Non è un caso, infatti, che Gianmarco ora sia passato al Venezia di Filippo Inzaghi: qualche anno fa, quando Pippo era ancora “super”, fu proprio lui a lasciare il campo nel corso di un match con la Lazio e regalargli l’esordio in massima serie. Di acqua sotto i ponti n’è passata tantissima da allora. Resta il legame con il diavolo, club che però non ha mai puntato con decisione su Zigoni. Che, così, ha collezionato un record di prestiti: ben otto nelle ultime stagioni, prima del rinnovo d’inizio estate e del passaggio in Laguna. In prestito, naturalmente, con patron Tacopina che sarà “obbligato” a riscattarlo in caso di salvezza.
Talento precoce
Gli Zigoni hanno un’altra caratteristica in comune: esser riusciti a farsi notare presto. Gianfranco fece le fortune del Genoa targato Viani, diventando già giovanissimo quel “Zigogol” capace di trasformarsi da centravanti a seconda punta in grado di mandare in porta i compagni. Gianmarco, invece, a Treviso fu precocissimo. Debutto e gol, seconda partita e altro gol. Un’inizio da favola che gli vale la chiamata del Milan. Frosinone, Pro Vercelli, Monza, Lecce, Avellino e Ferrara le tappe prima di Venezia. Ora trova un allenatore che può esaltare le sue caratteristiche. Zigoni è una punta moderna, attaccante in grado di segnare e giocare di sponda. Il suo metro e novanta lo rende abilissimo nel gioco aereo, ma l’altezza non lo penalizza sotto porta dove riesce a diventare letale, come dimostrato dalla doppia cifra raggiunta nelle ultime quattro stagioni. Potrà essere l’anno della consacrazione dopo esser stato protagonista della promozione della Spal.