di STEFANO MASUCCI
Rivendica con orgoglio il suo campionato dei record, coinciso con il ritorno in serie B della Salernitana dopo 5 anni, obiettivo centrato al primo tentativo. Leonardo Menichini è particolarmente legato alla sua (doppia) esperienza all’Arechi, specie dopo aver difeso, non senza fatica, quanto conquistato l’anno prima. La nuova Salernitana venuta su sotto la guida Bollini non gli dispiace. Anzi, a dispetto del basso profilo scelto da società prima e allenatore poi, la conquista dei playoff al “Menico” non sembra impresa titanica da raggiungere.
Alcune cessioni eccellenti, i timori (nemmeno troppo velati) di Alberto Bollini sulla composizione della rosa, la salvezza come obiettivo dichiarato. La domanda è d’obbligo, dove può davvero arrivare questa Salernitana?
«Sinceramente credo che la squadra allestita sia competitiva. Fa bene Bollini a non infiammare una piazza calda come Salerno, soprattutto a non creare false aspettative tra i tifosi, ma a me la rosa a disposizione del mio collega non dispiace, anzi. Tolte le tre squadre retrocesse dalla serie A, e qualche possibile outsider come il Frosinone, che può contare su quello zoccolo duro che spesso fa la differenza, non vedo altre formazioni così superiori alla Salernitana. Già l’anno scorso con un paio di risultati utili in più, avrebbe potuto centrare l’ottava posizione».
Certo che le partenze di Coda e Donnarumma, unite a qualche dichiarazione della proprietà, non sono passate inosservate da queste parti.
«La partenza di Coda di certo non può essere presa bene dai tifosi, ma Massimo meritava la serie A, e la società ha fatto un buon affare a livello economico. Giusto concedergli la chance di ritornare in massima serie dopo le due grandi annate concluse con 33 reti all’attivo. Pure Donnarumma è un buonissimo giocatore, con me anche lui ha fatto sempre bene, ma quando si fanno certe scelte, c’è poco da fare. Meglio cedere che tenere calciatori scontenti o non motivati in casa».
Il bomber ora in forza al Benevento, al momento dei saluti, l’ha citata tra gli allenatori che teneva maggiormente a ringraziare…
«E io non posso che ricambiare. Ovvio che le sue parole fanno solo piacere, io invece voglio ringraziare Massimo per tutto quello che mi ha dato in campo ma soprattutto fuori, gli auguro le migliori fortune quest’anno, nella speranza che riesca a riprendersi ciò che gli è sfuggito. Se lo merita perché ha fatto tanta gavetta, è una persona semplice e ha fatto tanto per me».
Proverà a sostituirlo degnamente Bocalon. Che ne pensa della nuova punta granata?
«Ottimo attaccante, che conosco bene, avendolo affrontato pochi mesi fa nei playoff contro l’Alessandria con la mia Reggiana. Per lui parlano i numeri degli ultimi anni, ha sempre fatto gol, sente la porta, sa fare reparto da solo. Non vedo perché a Salerno dovrebbe fermarsi sul più bello. Per me può essere lui l’uomo in più della Salernitana».
Non teme il peso del salto di categoria?
«Non per uno come lui. Anzi, rappresenterà senz’altro uno stimolo il salto, ci metterà ancora più determinazione per dimostrare di poterci stare in una categoria superiore. E’ di fatto un esordiente in serie B ma è un ragazzo serio».
Il suo alter ego sarà Alessandro Rossi, giunto in prestito dalla Lazio Primavera allenata dal suo ex vice Andrea Bonatti. L’ha sentito ultimamente? Avete parlato del suo arrivo a Salerno?
«Ci siamo sentiti pochi giorni fa, ma l’affare ancora doveva andare in porto, quindi abbiamo parlato di altro. Già in passato, però, mi aveva raccontato di questo giovane attaccante strutturato fisicamente e che vede la porta come pochi. Non le nascondo che ho provato anche a portarlo a Reggio Emilia, ma quando ci sono offerte da parte di squadre di categorie superiori è difficile competere».
La Salernitana ha ripreso anche Leonardo Gatto, con il quale in passato non è mancato qualche alterco.
«E’ un bravissimo ragazzo, aveva solo voglia di giocare e di dimostrare il suo valore in un momento di difficoltà. Purtroppo a me spettavano le scelte, quindi capisco la delusione di chi rimane fuori, ma voleva aiutare la squadra, cosa che farà anche in questa stagione. Ha gamba, qualità, può cambiare una partita con la sua voglia. Nessun alterco, ho solo bei ricordi delle giornate passare ad allenare a Salerno».
Ora invece è alla Reggiana, dove proverà a migliorare il rendimento dello scorso anno. Sogna un ritorno all’Arechi da avversario? E che accoglienza si aspetterebbe?
«Assolutamente sì, per due ragioni (ride). Primo perché vorrebbe dire che s’è centrato un obiettivo importante da queste parti, poi tornare a Salerno è sempre un piacere. Ho lasciato tanti amici, sono in buoni rapporti con tutti, specie dopo la salvezza, anche i più critici hanno cambiato opinione. Io ci proverò, anche se il primo obiettivo della proprietà è stato quello di risanare il bilancio. Se non ci si muove in uscita, difficilmente faremo qualcosa in entrata».