di DARIO CIOFFI
Giudicare una squadra alla prima giornata è un po’ come affermare che una città è bella o brutta dopo aver visto soltanto l’aeroporto. E allora va da sé che Venezia-Salernitana 0-0 non possa esser letta oltre i contenuti circoscritti d’una partita agostana che pure lascia in dote ai granata segnali che li rafforzano nell’autostima.
Solida, compatta, applicata, capace di sopperire alle sue stesse lacune con una prestazione di mestiere e a tratti persino d’autorità, la squadra di Bollini ha strappato un pari che vale, tenendo la porta inviolata e dando l’impressione d’aver più voglia e più mezzi per vincerla rispetto agli arancioneroverdi. Di soluzioni per far male all’avversario, a dirla tutta, la Salernitana ne ha mostrate pochine. A Bocalon, lì davanti, non è arrivato granché, Rosina ha (ri)cominciato la stagione senza lasciar molte tracce e così alla vivacità di Sprocati (finché ha avuto gamba) son state affidate le uniche occasioni per cercare di sbloccare l’equilibrio.
Hanno retto bene il centrocampo e la difesa, lasciando al Venezia, al netto del palo iniziale di Bentivoglio, solo due affondi che hanno confermato l’affidabilità del portiere Radunovic (prontissimo, anche quando l’arbitro non ha visto una sua deviazione su Zigoni che invano l’ha implorato alla confessione: “Digli che l’hai toccata”). Alla fine della fiera l’ambiziosa neo promossa di Pippo Inzaghi ha sofferto anche di più d’una squadra che corre – ipse dixit, Alberto Bollini – “solo per la salvezza”.
I titoli di coda del calciomercato serviranno a scrivere definitivamente la volontà del club del cavalluccio marino: quale parte si vuol recitare in questo campionato di B? Al netto dell’inflazionato e tutto da verificare stereotipo dell’A2, la formazione dell’ippocampo al Penzo ha mostrato buoni margini di crescita. Perché non ritoccarla e rinforzarla ancora?
Aspettando la risposta, resta la “sollecitazione” che la Salernitana ha ricevuto dalla sua gente. C’erano 400 e passa tifosi a Venezia, in un sabato di traffico infernale. Il popolo delle vacanze era in controesodo dal mare, mentre la torcida granata marciava verso la Laguna per far sentire la propria squadra come a casa. Nel loro sostegno c’è un monito alla società a fare il possibile per regalargli ambizioni, o quantomeno emozioni. Impossibile non averlo sentito…