piscina Vitale

di DARIO CIOFFI

Carta, penna e calcolatrice. Sulla scrivania di Luca Malinconico, presidente del Comitato provinciale di Salerno della FederNuoto, e però qui in veste di numero uno dell’Oasi, società cittadina di pallanuoto iscritta al campionato nazionale di serie C, ci sono gli strumenti degli “artigiani dello sport”. È tempo di conti, e rifarli cento volte, per verificare la correttezza delle somme, non serve a cambiare la sostanza: non tornano. Non per un sodalizio che vive, quasi esclusivamente, delle “simboliche” quote sociali versate dai suoi stessi tesserati.

Cifre da capogiro

Si chiama autofinanziamento, strada obbligata per chi fa agonismo dilettantistico da queste parti, stretta e in salita da sempre, ma pure irta d’ostacoli che al tramonto d’una stagione, immaginando quella seguente, cominciano ad apparire insostenibili, insuperabili. “Alla società che presiedo – spiega Malinconico con un riso amaro, non rassegnato e però sicuramente abbattuto – un campionato di serie C, con girone misto campano-pugliese, costa circa 15mila euro. Ovviamente si gioca senz’alcun ritorno, né di sponsor né d’immagine. Sa perché lo facciamo? Semplice, per i ragazzi. Per permettere loro di fare sport. Cosa che a Salerno, purtroppo, è sempre più difficile”.

Acqua “salata”

Uno sfogo, con esplicito riferimento alla situazione “cittadina”, che non è figlio del caso. Sì, perché nel bilancio dell’Oasi una delle voci più pesanti si chiama “spazi acqua Simone Vitale”. Sono i costi da sostenere per svolgere allenamenti e gare interne nella piscina del quartiere Torrione. “Una mazzata”, sospira Malinconico mentre tira fuori una lettera protocollata su carta intestata della FederNuoto salernitana. “Come presidente provinciale della Fin, ho chiesto ufficialmente al Comune una sostanziale e necessaria riduzione delle tariffe per usufruire della piscina Vitale. Era lo scorso mese di giugno. Nessuna risposta affermativa. Anzi, silenzio”.

Le richieste a Palazzo di Città

Nel dettaglio delle cifre, restando ai conti Oasi, gli spazi acqua per gli allenamenti variano dai 700 ai 900 euro mensili per l’utilizzo di metà vasca, lievitando fino a 1300/1500 euro nei mesi di campionato, quando occorre aggiungere i versamenti per la disputa delle partite in casa. In proposito il Comitato federale aveva auspicato, e “suggerito”, una riduzione delle tariffe dagli attuali 31,85 a 20 euro all’ora per usufruire di metà piscina per gli atleti fino a 18 anni, e da 30 a 19 euro per i maggiorenni. Non solo. Era stato chiesto un “taglio” anche per le gare ufficiali, tale da portare i costi per la serie A2 (campionato che a Salerno disputano due società, la Rari Nantes e l’Arechi) a 250 euro, cifra attualmente richiesta per la C.

Sos per non scomparire

Con i prezzi attuali non ce la si fa – il monito di Luca Malinconico –. Parlo a nome del mio club, ma il discorso è palesemente ampliabile a tutti. E non voglio allargare il mio orizzonte ad altri Paesi d’Europa, dove gli spazi acqua sono gratuiti perché lo sport viene visto come una risorsa per abbattere i costi della sanità, visto che chi lo pratica ha evidentemente meno problemi di salute di altri. Resto in Italia, anzi al Sud. E se preferite in Campania. O nella stessa provincia di Salerno. Non c’è nessuno che abbia tariffe così alte come il comune capoluogo”.

Tra pericoli e miracoli

Il warning non è una provocazione, è avvertimento serio: di questo passo, ce la faranno realtà come l’Oasi ad andare avanti? Nel campionato scorso, in forza ad amicizie nuove e di vecchia data tra sportivi, si son fatti i salti mortali per evitare che quei già “tremendi” 15mila euro diventassero ancora di più. E allora s’è detto “grazie” ad alcuni genitori dei ragazzini per essersi fatti carico di qualche spesa di trasferta, s’è sancito un accordo per il “quinto tempo” con una società amica di Bari (buffet per tutti a fine partita e ospitalità ricambiata a campi invertiti) così da risparmiare anche il pranzo a sacco. Lo sport “artigianale” si fa così. Lo muove la passione. Ch’è un valore infinito. Peccato non sia pure una “bacchetta magica” …

 

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