“La morte di Niccolò Ciatti nasconde una realtà molto più complessa di quella che è stata raccontata”. Così Roberto Saviano, attraverso la sua pagina FB, ha riacceso i riflettori sulla tragedia del giovanissimo ragazzo toscano mentre era in vacanza in Spagna.
“La sua uccisione, avvenuta il 13 agosto scorso a Lloret de Mar, è stata drammaticamente oscurata dall’attentato a Barcellona, che ha in qualche modo giustificato la totale, colpevole assenza di approfondimento. Un elemento quasi del tutto ignorato dalle riflessioni scaturite da questa tragica aggressione mortale, sia in Italia sia in Spagna, è che la Costa Brava è controllata e monopolizzata dalle organizzazioni mafiose dell’est, in particolar modo russe”, ha scritto l’autore di Gomorra.
Entrando nel dettaglio: “L’Organizacija (nome che definisce la struttura delle organizzazioni mafiose dell’ex Urss) è il primo datore di lavoro nel mercato turistico della Spagna del sud. La mafia cecena – la Obshina – è diventata negli anni potentissima grazie a un servizio di trasporto dell’eroina afgana che arriva fino a controllare in forma monopolistica i porti ciprioti. Questo ha portato un gettito di cash che i ceceni hanno versato in Costa Brava dalla fine degli anni Novanta a oggi. È un errore, quindi, delegare soltanto all’analisi psicologica questo evento e non interpretarlo in un contesto strutturale. È anche ingiusto nei confronti della famiglia di Niccolò fermarsi alla constatazione dell’assenza di reazione e di aiuto da parte dei presenti. Servono indagini approfondite e non banali accuse di rissa. Gli assassini di Niccolò non erano solo ubriachi violenti: di quale struttura erano truppa? Questo bisognerebbe capire. La mafia cecena ha sotto estorsione la totalità dei locali che pagano il pizzo sotto forma di consulenze a società di polizia privata, guardiania, gestione dei parcheggi. La Spagna tutto questo lo ignora, nonostante nelle vicende spagnole del sud il Circolo dei fratelli di San Pietroburgo abbia maggiore potere del ministro degli Interni”.
Saviano ha così chiosato: “Niccolò Ciatti è stato vittima di queste dinamiche e rischieremmo di fare un grande favore alle organizzazioni criminali russe ascrivendo ogni volta questi fatti a meri conflitti tra ubriachi o solo alla barbarie del singolo individuo con un passato paramilitare. Dietro tanta violenza, in realtà, c’è un intero territorio ormai fuori controllo”.