morra pellezzano

di FILIPPO NOTARI

«Le ambizioni sono legittime per tutti. Ho lasciato la Giunta perché non mi sentivo partecipe di questo progetto politico». All’indomani dello strappo consumatosi all’interno della maggioranza consiliare di Pellezzano (clicca qui per leggere l’articolo), l’ormai ex assessore Francesco Morra riavvolge il nastro dei ricordi, ripercorrendo le tappe che hanno portato alla separazione dal sindaco Giuseppe Pisapia. Un’esperienza nata tra l’entusiasmo generale ma che, in poco più di tre anni, si è sciolta come neve al sole. Lasciandosi dietro uno strascico di polemiche che nessuno, probabilmente, avrebbe potuto immaginare.

Consigliere Morra, cosa l’ha spinto a rassegnare le dimissioni da assessore?  

«Partiamo dal presupposto che le dimissioni dalla carica di assessore sono dipese da diverse ragioni politiche. In particolare, insieme al collega Michele Murino, eravamo in disaccordo su alcune scelte amministrative».

Ma qual è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso?

«Volevano portare in Consiglio la patrimonalizzazione della società partecipata Pellezzano Servizi. In questo modo, per contrarre un mutuo, si sarebbe passata una parte del patrimonio pubblico nella proprietà della società. In questo modo, a nostro parere, si sarebbe rischiato concretamente di perdere il patrimonio in caso di fallimento della società. Tutto questo era legato alla volontà del sindaco di effettuare la rottamazione delle cartelle. Ma a nostro parere la Pellezzano Servizi non ha i requisiti per fare un’operazione del genere».

Il sindaco ha affermato che dietro le dimissioni si nascondano ambizioni personali. È vero?

«Le ambizioni sono legittime in tutti. Lui è legittimato a ricandidarsi ma noi non abbiamo firmato alcun contratto che ci impone di sostenerlo nuovamente. Personalmente non mi sento partecipe di questo progetto politico. E ritengo sia legittima la nostra posizione di non voler condividere lo stesso percorso politico».

Pisapia ha anche detto che non avrebbe accettato alcun ricatto

«Nessuno l’ha ricattato. Ognuno si prende la responsabilità degli atti politici che realizza. Noi abbiamo abbandonato dell’aula perché per noi non c’erano le condizioni politiche per svolgere la seduta. Se pensa di andate avanti come si è fatto ieri sera, è libero di farlo. Ma noi non voteremo i provvedimenti».

Non pensa che un eventuale commissariamento possa essere un danno per il Comune?

«Non è detto. Un eventuale scioglimento del Comune potrebbe essere anche un momento di pausa intermedio e importante. La situazione economica dell’Ente e della società pubblica sono disastrate. E fino ad ora ha sempre amministrato la politica, non c’è mai stato un commissario».

A breve nascerà un nuovo gruppo consiliare. Siete pronti a dialogare con le altre forze di opposizione?

«Siamo aperti al dialogo con tutti, anche verso la stessa maggioranza. Non abbiamo alcuna preclusione. Se si riescono a condividere linee programmatiche e progetti di sviluppo per il territorio si può trovare la condivisione in un progetto civico. Ma devono esserci le condizioni per farlo».

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