di Stefano Masucci

In principio (per ragioni di sponsor) fu la 4X4 System. Era l’alba del nuovo millennio, e la Pallacanestro Salerno, la compagine di patron Alfonso Siano, si apprestava a una scalata nel basket che conta degna di nota, rimasta ancora indelebile nella memoria degli appassionati salernitani della palla a spicchi. Ora toccherà alla Virtus Arechi del presidente Nello Renzullo, che dai primi di ottobre proverà a far rivivere i fasti del passato. Allora in panchina c’era un giovane allenatore, quell’Andrea Capobianco poi head coach della Nazionale femminile della stella WNBA Cecilia Zandalasini. Leader della squadra un certo Angelo Antonucci che a Salerno metterà casa (pochi giorni fa il suo sì all’Hippo Basket a 47 anni suonati), e la promozione dalla C2 alla C1 arrivò in carrozza. Poi il bis, con l’astro nascente di Peppe Poeta, che appena 17enne attirò su di sé gli occhi del grande basket. Dopo un anno di rodaggio alla Prima Veroli, l’esplosione in Serie A1 a Teramo prima e la consacrazione poi, con il titolo di Mvp del campionato di massima serie, la conquista della Nazionale e l’approdo alla Virtus Bologna.

La svolta argentina

Fallito l’approdo in B1 – e dopo varie vicissitudini societarie – è il Delta Basket del presidente Luciano Pierri a diventare protagonista del parquet del PalaSilvestri. A Salerno arriva una nidiata di ragazzi argentini semi sconosciuti che saranno protagonisti, insieme al solito Antonucci, di una straordinaria cavalcata dalla C2 alla C1. Albano Chiarastella, Diego Corral, ma soprattutto Bruno Cerella, approdato poi all’Olimpia Milano di Giorgio Armani, esperienza terminata quest’estate dopo aver vinto due scudetti con l’EA7. La burocrazia impose il loro addio alla formazione arancioblu per la stagione 2006/2007, conclusa con un’altra promozione, stavolta in B2. Categoria abbandonata dopo solo una anno, in seguito alla retrocessione del 2007/2008.

La rinascita gialloblu

Pochi anni dopo si compie nuovamente l’avvicendamento tra Delta e Pallacanestro Salerno, ripartita non senza fatica ancora una volta dal basso sotto la presidenza di Mimmo Sorgente. Annata 2009/2010, i ragazzi di coach Dino De Angelis approdano in Serie C nazionale guidati dall’argentino Dario Mansilla e dallo statunitense Kyle Barker, un passato nell’high school da ragazzo. Saranno loro le stelle d’un team che valorizzerà al massimo diversi giovani cestisti salernitani, capaci di creare seguito e interesse intorno alla squadra, grazie anche alle schiacciate e alle giocate di qualità delle due star straniere. Anche loro lasceranno per ragioni burocratiche dopo appena un anno e la cavalcata per la B2 si fermerà in semifinale contro Agropoli.

L’alba di domani

Arrivano poi difficoltà finanziarie e strutturali, che porteranno entrambe le società a un disimpegno graduale dal mondo del basket, tenuto in vita se non altro da forieri settori giovanili e diverse società dilettantistiche. Anni abbastanza bui per chi faceva della palla a spicchi principale portata del proprio weekend sportivo, tanto da sentirsi a casa solo sugli spalti del PalaSilvestri. A risollevare l’interesse collettivo dopo dieci anni di assenza da un campionato nazionale ci proverà adesso la Virtus Arechi di coach Antonio Paternoster, tecnico dell’Agropoli dei miracoli capace di conquistare la serie A2 e da matricola di andarsi a giocare i playoff sfidando la Fortitudo Bologna. La squadra allestita dal ds Pino Corvo è alla seconda settimana di ritiro e sta lavorando sodo per arrivare pronta ai nastri di partenza di un campionato che a Salerno non si è mai visto. La B Nazionale, infatti, rappresenta già il punto più alto del basket a Salerno, nella speranza che possa presto diventare un punto di partenza. In principio era l’alba del nuovo millennio, ora sarà l’alba di domani.

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