Una Serie B senza pace. A vuoto anche l’ennesima assemblea elettiva. Nel palazzo erano presenti un numero congruo di club. Qualcuno era all’interno dell’edificio, altri al di fuori in attesa delle decisioni. Alla fine si è deciso per il nulla di fatto.
Questo presidente non si deve fare.
Sembra il motto di due linee di pensiero che da cinque mesi non trovano l’accordo. Sino a ieri è stato impossibile individuare un soggetto che accontentasse il progetto Lotito e, nel contempo, riuscisse a soddisfare i suoi “avversari” in politica sportiva.
Dalle dimissioni di Andrea Abodi, un errore il suo quello di candidarsi alla presidenza della Federcalcio, di idee per arrivare a sedersi su quella poltrona, ce ne sono state una miriade.
Tra le più autorevoli, inizialmente, quella di Claudio Lotito. Sentitosi tradito da Carlo Tavecchio, che nella competizione elettorale aveva sottobanco trovato alleanza con la Juventus, il patron di Lazio e Salernitana ha tentato prepotentemente ed a più riprese, ma senza successo, il rientro in Consiglio Federale. La sua candidatura alla poltrona della Serie B era comunque mal vista. Inconcepibile, per molti, che un presidente di club di massima serie (Lazio) andasse a gestire la cadetteria.
Ad onor del vero le riconosciute capacità manageriali del “focoso” Claudio risulterebbero di grande utilità al sistema, ma si sa, i suoi modi bruschi e altri atteggiamenti, ritenuti da despota, non sempre sono graditi. Principalmente dalle parti di Torino. Lotito paga la sua esclusione dall’area decisionale anche per questo.
Sugli “alter ego” che hanno cercato l’avvicinamento con ambizioni presidenziali, alla poltrona della Serie B, non sono mai confluiti grandi consensi. Sagramola, Corradino, Simonelli. Nessuno ritenuto idonei alla bisogna.
Nel contesto non va peraltro dimenticato un fatto fondamentale. Claudio Lotito, attorno al quale ruota gran parte della controversa nomina presidenziale della cadetteria, pretende, qualunque sia la soluzione, di rientrare in pompa magna in quell’aula al primo piano di via Allegri. Incidendo a livello decisionale, come era già accaduto nella prima tornata della presidenza Tavecchio. Per di più in molti riconoscono che il presidente della Lazio sia risultato determinante anche nella conferma del buon Carlo nell’ultima sessione elettorale.
Venendo ai giorni nostri. Lunedì 4 settembre il Consiglio Federale potrebbe disporre il commissariamento della Serie B. In contrapposizione alla convocazione dell’ennesima assemblea elettiva predisposta, dai reggenti della categoria, per il prossimo 13 settembre. Un guazzabuglio come si può notare.
Sulla scelta dell’eventuale commissario ci sarebbe una divergenza di vedute. Tavecchio propenderebbe per un soggetto proveniente da una realtà esterna al mondo del calcio. La consuetudine vorrebbe, invece, come già accaduto per la Serie A (commissario lo stesso Tavecchio), che il mandato fosse affidato ad un uomo del palazzo (il vicario Cosimo Sibilia). Ne sapremo di più nei prossimi giorni.
Con una possibile sorpresa nel cilindro. I club di Serie B avrebbero trovato, finalmente, un accordo su un soggetto unico che li rappresenterebbe. Gradito a tutte le “correnti” politiche della categoria. Principalmente a Claudio Lotito. La convocazione di quella nuova assemblea elettiva per il prossimo 13 settembre invita a credere il quel senso. Sarebbe ridicolo ritrovarsi senza aver preventivamente raggiunto un accordo. Senza aver fatto una scelta definitiva. Farebbero ridere l’intero sistema calcio.
Come si vede congetture se ne possono fare tante. Sul prescelto potrebbe esserci una sorpresa intuibile, ma inaspettata. Potrebbe anche accadere, sorpresa delle sorprese, che il commissario nominato in Consiglio Federale decida di far saltare l’assemblea già programmata dalle Società.
In definitiva “nu’ burdell” come dicono in Campania. Ce n’è per tutti.