A Pellezzano il clima politico continua a essere incandescente. L’uscita dalla maggioranza di quattro esponenti (gli ex assessori Francesco Morra e Michele Murino e i consiglieri Nicola Raffaele Coviello e Andrea Marino) e la conseguente nascita di un nuovo gruppo consiliare (clicca qui per leggere l’articolo) hanno infiammato il dibattito nella cittadina della Valle dell’Irno.

Un clima da tutti contro tutti, come dimostrano le dichiarazioni dell’ex assessore Murino che ha voluto ulteriormente chiarire la propria posizione.

«Non mi piace l’idea che qualcuno racconti la “sua verità” sulla mia personale vicenda politica o ci marci sopra per partito preso senza conoscerne i fatti – si legge nella nota diramata da Murino -. Chi mi conosce sa che non mi sono mai tirato indietro di fronte alla verità, anche quando questa poteva essere poco piacevole e a mio discapito. Le mie dimissioni giungono a seguito di un gravissimo episodio che ha leso la mia dignità di uomo politico in modo grave. Per ben due anni, insieme al dottor Giovanni Giuliani, ho lavorato intensamente per la costituzione del Gal e per far sì che anche il Comune di Pellezzano potesse rientrare in un piano economico favorevole per chi intendesse realizzare progetti legati all’agricoltura e al turismo. Insomma una possibilità futura per il nostro territorio».

L’ex assessore ha poi continuato: «Senza alcun rispetto per la mia persona, per la fiducia che ho sempre dimostrato di avere per il nostro sindaco e per il lavoro profuso, mi sono visto togliere una delega, vedendola assegnare, non ad un membro della maggioranza avente diritto, ma ad un membro dell’opposizione ovvero a Pasquale Giordano che, per chi non lo sapesse, è stato vice sindaco dell’allora amministrazione Longo-Citro, a sua volta poi dimissionario, accusato di tradimento e infine avversario dell’allora candidato a sindaco Pisapia nella tornata elettorale del 2014. La delusione profonda per questo grave atto si è contemporaneamente accompagnata a un altro altrettanto grave episodio (punto dello scorso Consiglio comunale, poi improvvisamente tolto dall’ordine del giorno) ovvero quello di pensare, in camera caritatis (tre persone), di patrimonializzare la società Pellezzano Servizi con alcune proprietà del Comune e quindi del popolo, mettendole a garanzia per un eventuale prestito per far fronte ad un debito accumulato da anni Il tutto dimenticando, o meglio, non tenendolo per nulla in considerazione che le proprietà del Comune sono esclusivamente del popolo e vanno gestite in maniera sapiente e responsabile. Non è giusto che siano sempre i cittadini a rimetterci. Sorrido nel leggere come, per distogliere lo sguardo da una situazione politica comunale poco felice, si affermi falsamente che le nostre dimissioni nascano per ambizioni politiche. Forse è il caso di ricordare, a dimostrazione di quanto contrariamente si va raccontando, che la mia fedeltà, e non solo la mia, è stata sempre dimostrata al sindaco che già ad inizio mandato – illegittimamente agli aventi diritto per voto – chiese le dimissioni da consigliere per ricoprire la carica di voce sindaco. Una cosa impensabile per me visto che mi sentivo responsabile della fiducia riposta dai cittadini. Dimettersi significava non essere più portavoce della gente ed io per una poltrona non avrei mai tradito i cittadini. Il mio impegno per Pellezzano ci sarà sempre e comunque anche non in veste istituzionale».

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