La piaga degli scarichi illegali nel fiume Sarno si allarga. Sempre più, in particolare nei mesi estivi, si registrano sversamenti nel corso d’acqua principale della provincia Nord di Salerno e nei suoi affluenti. Una situazione storica che da tempo ha spinto ambientalisti e forze dell’ordine a scendere in campo cercando di arginare il fenomeno delle acque rosse. Senza successo: questa mattina, infatti, i militari della Guardia Costiera di Salerno, diretti dal Capitano di Vascello Gaetano Angora, accompagnati dalle guardie ambientali del Wwf hanno ispezionato l’alveo del Rio San Marino, una delle tre sorgenti del fiume che ricade nel perimetro della riserva naturale del Sarno.
Nel corso dei controlli, la Guardia Costiera ha notato la presenza delle acque rosse nei pressi di una industria conserviera. Il personale, così, ha effettuato un blitz all’interno dell’azienda verificando la corretta gestione del ciclo dei rifiuti e delle acque reflue prodotte. La sezione di polizia giudiziaria della Capitaneria di Porto ha accertato come le acque di scarto della produzione terminassero in un canale diretto nel rio San Marino – e di conseguenza nel fiume Sarno – senza subire alcuna depurazione. Parte dell’impianto, dunque, è stato sequestrato mentre il titolare dell’azienda è stato segnalato alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Nocera Inferiore per reati ambientali fra cui l’illecito smaltimento dei reflui industriali che ha determinato il pericolo di alterazione dell’ecosistema del bacino idrografico del fiume Sarno.

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