donnarumma empoli

di FILIPPO NOTARI

Da un gemello all’altro. Cambia la maglia ma non la storia. Ché Alfredo Donnarumma, proprio come era accaduto a Salerno con Massimo Coda, ad Empoli sembra aver trovato in Ciccio Caputo il compagno di reparto ideale per trascinare la formazione toscana. Sono bastati pochi minuti del match di questo pomeriggio contro il Bari per capirlo. L’attaccante di Torre Annunziata – che a Empoli ha ritrovato Vincenzo Vivarini, suo mentore ai tempi del Teramo – ha mostrato di avere già una grandissima intesa con l’ex attaccante della Virtus Entella: scambi ravvicinati, passaggi nello stretto, velocità. Ma soprattutto un feeling straordinario sotto porta, come se i due giocassero insieme da una vita.

Donnarumma ha messo lo zampino nell’uno-due siglato da Caputo tra il 9’ e l’11’ della prima frazione di gioco, mandando in porta il calciatore che fu scoperto proprio dal Bari ai tempi in cui militava nel Real Altamura. Assist ma anche fiuto del gol. Ché proprio quando la formazione pugliese rischiava di rimettersi in partita (Tello ha accorciato le distanze sul finire della prima frazione di gioco), l’attaccante di Torre Annunziata ha messo il risultato al sicuro, sfruttando alla perfezione un assist del compagno di reparto per freddare Micai.

Due elementi di assoluto valore, accomunati non soltanto dal fiuto del gol ma anche da un’esperienza controversa vissuta con la maglia della Salernitana sulle spalle. Sia Caputo che Donnarumma, infatti, seppur in epoche diverse, sono stati lasciati partire senza grossi rimpianti dalla città d’Arechi.

Un po’ come è accaduto a Riccardo Improta, punto di forza del Bari e protagonista di un ottimo inizio di stagione. L’esterno napoletano, dopo aver trovato il gol nel match d’esordio contro il Cesena, ha disputato una buona prova anche questo pomeriggio, rivelandosi una spina nel fianco per la difesa dell’Empoli. Un impegno che non è bastato per agguantare il pari alla formazione di Grosso (3-2 il finale). Ma che, probabilmente, avrà generato qualche rimpianto all’ombra del Castello d’Arechi…

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