La paventata soppressione del servizio notturno della farmacia comunale di Scafati continua ad essere uno dei temi più dibattuti. Non soltanto nella città dell’Agro Nocerino Sarnese – dove la polemica ha tenuto banco per mesi – ma anche a livello provinciale. A chiedere chiarezza e risposte certe ai vertici del Consorzio Farmaceutico Intercomunale di Salerno e alla Commissione straordinaria del Comune di Scafati è stato, infatti, il segretario generale della Uil Fpl, Donato Salvato. «A tutt’oggi non abbiamo avuto nessun riscontro ufficiale sulla paventata soppressione del turno notturno della farmacia scafatese di via Pertini – ha affermato Salvato -. I dati evidenziati e il danno paventato, nei giorni scorsi, dall’organizzazione sindacale che rappresento, infatti, non sono stati da nessuno contestati. Ecco perché restiamo preoccupati. Ancora adesso continuiamo a ribadire la correttezza delle cifre esposte sulla virtuosità e convenienza economica della apertura h24 della farmacia di Scafati. Siamo pronti a confrontarci in ogni sede e con chiunque a dimostrazione di quanto affermato. La scelta paventata, di cui sembra che gli organi del Consorzio siano all’oscuro poiché almeno ufficialmente non risulterebbero atti né di indirizzo politico né gestionali che organizzativi, faciliterebbe la procedura, al momento occulta, della dismissione alla scadenza ventennale del Consorzio».
La battaglia della Uil Fpl
Un’ipotesi su cui il sindacato ha espresso una ferma contrarietà e ha preannunciato ogni azione utile per scongiurarla. «Quale motivazione può avallare la scelta di togliere un servizio alla collettività che consente tra l’altro di incassare 30mila euro mensili per un totale di 400mila euro annui solo nel periodo notturno dalle 20.30 alle 8.30, determinando che tale farmacia, come quella di Scafati, abbia l’incasso più alto di tutte le restanti 18 sedi del Consorzio con una spesa del personale certamente non maggiore. Tale scelta è tra l’altro incomprensibile ed è in controtendenza a quanto la stessa recente normativa auspica in materia di orario delle farmacie».
La montagna di debiti
Salvato, inoltre, ha rivolto un appello al presidente dell’assemblea del Consorzio, il sindaco di Capaccio-Paestum, Francesco Palumbo, evidenziando le ripercussioni che ricadrebbero sui Comuni in caso di scioglimento dell’Ente. «Nell’incontro del 29 luglio scorso con i sindacati, mi ha colpito la convinzione con cui il presidente-sindaco ha paragonato il Consorzio a una Ferrari, bisognosa di revisione ma con una potenzialità enorme in cui fermamente credeva, ribadendo che ogni scelta organizzativa futura sarebbe stata condivisa con le parti sociali perché solo insieme è possibile raggiungere gli obiettivi prefissati – ha concluso Salvato -. Al presidente vogliamo solo ricordare, in questo senso, che le lungimiranti scelte politico-gestionali degli anni passati hanno determinato che un Ente nato per una finalità sociale e con tutte le condizioni per essere un ente virtuoso, abbia accumulato allo stato attuale debiti per 15.410.513 euro. Tale massa debitoria, nella malaugurata ipotesi di scioglimento, dovrà essere suddivisa tra le varie proprietà, tenendo conto della quota di partecipazione proprietaria e quindi incidendo sui bilanci degli Enti e in conseguenza sui servizi erogati ai cittadini e precisamente: Cava de’ Tirreni per 1.284.000 euro, Capaccio-Paestum per 2.568.000 euro, Eboli per 2.568.000 euro, Salerno per 2.568.000 euro e Scafati per 6.421.000 euro».
Appello al Prefetto
Una vicenda su cui la Uil Fpl manterrà alta l’attenzione, chiedendo anche l’intervento del prefetto di Salerno, Salvatore Malfi. «Sia garante della legalità e degli interessi della collettività provinciale, impedendo il sorgere di conflitti sociali, di farsi parte attiva, al fine di istituire un tavolo di confronto presso la Prefettura di Salerno tra le parti sociali e i vertici del Consorzio per trovare una soluzione. Come Uil Fpl, intanto, continueremo a difendere gli interessi di cittadini e lavoratori in ogni sede».