lotito saluto

di DARIO CIOFFI

Dicono d’averlo sconfitto. Invece, potrebbero aver solo “pareggiato”. Gli oppositori di Claudio Lotito, che cambiano come le fidanzatine per il bello della scuola, hanno bocciato la linea del multi-patron in Lega di serie A ma di fatto gli hanno spianato la strada futura al raggiungimento del suo vero obiettivo: rientrare in Consiglio Federale.

La vicenda è complessa, ed è meglio renderla a mo’ d’inciucio per non annoiarsi. Necessario un viaggio a ritroso. Non si parte dalle Guerre Puniche, ma almeno all’ultima elezione in Figc bisogna arrivare. Campagna elettorale: Lotito sostiene Carlo Tavecchio, presidente uscente che deve moltissimo al “magno” Claudio per il suo precedente mandato. Solo che stavolta il fronte per la riconferma del numero uno della Federcalcio è più vasto, e così il patron di Lazio e Salernitana finisce per restar giù dal carro dei vincitori.

Sì, perché Tavecchio prima batte Andrea Abodi, poi lascia correre gli eventi: la Lega di A non trova l’accordo sul nuovo presidente e Lotito “decade” dalla carica di consigliere federale (in quota club di massima serie). Pur di rientrarci, nella sua veste di co-proprietario granata, si lancia in una sfida ancora più complessa: la candidatura alla presidenza della Lega di B. All’ombra del Castello d’Arechi la cosa non piace, perché vincere le elezioni significherebbe dover lasciare (per incompatibilità) le quote della Salernitana. Problema che, alla fine della fiera, neppure si porrà. Perché anche in questa “battaglia” l’imprenditore capitolino trova tra i suoi più agguerriti oppositori nel blocco Juventus, in uno scontro che di fatto porta al commissariamento d’entrambe le Leghe (quella cadetta il 13 settembre ha un’ultima chance per provare a scongiurarlo).

Nelle ultime settimane le evoluzioni più importanti: Lotito si sfila formalmente dalla corsa a leader della B, si riavvicina ad Andrea Agnelli e compone, assieme a Marco Fassone, il trio Juve-Lazio-Milan che punta, per la presidenza della Lega di A, sul nome di Marco Brunelli. Storia di ieri, la proposta del nuovo “fronte” delle big viene bocciata, la poltrona più importante dei club di massima serie è ancora vacante, però passa la linea federale dettata da Tavecchio sulla riforma dello Statuto. Approvate all’unanimità dalle società, “sospinte” dall’intervento in assemblea di Urbano Cairo, le novità sostanziali riducono da 9 a 7 i componenti del Consiglio di Lega, “dirottando” altri due rappresentanti in via Allegri a Roma, come consiglieri federali in quota serie A. Proprio il ruolo cui Lotito più ambiva.

«È già pronta per lui quella poltrona», sussurrano spifferi di Palazzo. E lo conferma l’autorevole rubrica Spy Calcio di Repubblica, firmata da Fulvio Bianchi, che questi intrighi di politica calcistica – o se preferite “inciuci” – li racconta senza tralasciare un solo dettaglio. Il passaggio sul “magno” Claudio, nel servizio pubblicato oggi, recita così: «Lotito ha perso una partita, è vero, ma otterrà quello che più desidera, tornare nel governo del calcio come consigliere federale. Sarà solo più avanti ma Lotito non è tipo che si arrende facilmente e anche quando perde è convinto di aver vinto. Dovrà faticare un po’ più del previsto, con le nuove regole, ma è abituato a lavorare 20 ore al giorno (non dorme mai…) e le sfide lo esaltano».

Insomma, chi pensa d’averlo sconfitto s’accontenterà di scoprire che – al massimo – ha pareggiato…

Notizie Simili

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *