di Stefano Masucci

“Quando sono salito sul palco mi tremava la voce, ma più per l’emozione che per la malattia”. Esordisce con una battuta di spirito Francesco D’Antuono, psicologo 48enne originario di Angri affetto dalla sindrome di Parkinson. D’altronde suonare un brano alla batteria, accompagnando Gigi D’Alessio, in concerto a Sant’Antonio Abate, non capita mica tutti i giorni. Umanissima tensione, smorzata da un caro amico con una frase emblematica. “Se sali sul palco e non senti niente, che ci sali a fare?”.

Non mollare mai

Ama la vita Francesco, nessunissima voglia di arrendersi e una missione da portare avanti quotidianamente, con tenacia e coraggio. “Quella di dimostrare che si può vivere bene anche col Parkinson, probabilmente senza la malattia non avrei nemmeno suonato insieme a Gigi D’Alessio o Sal Da Vinci”. Emblematica la canzone scelta per l’esibizione, uno dei brani più amati dai fan del cantautore partenopeo, che anche ieri hanno preso d’assedio Sant’Antonio Abate per il concerto (erano in circa quattromila). “Non mollare mai”, canzone che ha regalato ulteriore patos alla serata quando D’Alessio ha chiamato Francesco sul palco. E’ durata poco l’emozione, giusto il tempo delle presentazioni, ché quando c’è stato da impugnare la bacchette, tutto il resto è passato in secondo piano. “Ci ho messo dieci giorni per impararla, perché è veramente veloce –ride-, ma abbiamo voluta farla leggermente più lenta, anche per far comprendere il messaggio della canzone”. Ha anche intonato qualche parola del brano, tra gli applausi della folla e gli elogi dell’autore napoletano. “Una persona squisita, si è comportato benissimo, così come il suo manager, Giampiero Tramice, al quale va un grandissimo ringraziamento”.

Bomber nella vita

“Io questa vita me la voglio godere”, ripete spesso Francesco , che alla musica unisce un’altra grande passione, quella del calcio. E’ addetto stampa dell’Angri, squadra della sua città e formazione militante nel campionato di Promozione, che segue anche in trasferta. “Sono un po’ amareggiato perché abbiamo pareggiato zero a zero contro il Campagna, è un buon punto contro una formazione forte, ma avremmo meritato di vincere, è un successo sfumato”. Un altro momento che ricorderà per tutta la vita, Francesco lo legherà al calcio di provincia, al suo Angri, con il quale lo scorso anno, si è tolto lo sfizio di esordire, segnando peraltro un gol. “Ma è una rete vera –ci tiene a specificare con orgoglio-, il mister (Pasquale Vitter), mi ha fatto entrare all’ultima giornata, perdevamo 2-1. Mi è arrivato questo pallone sotto porta, ho tirato fortissimo…e mi è andata bene”. Ama il calcio di provincia, “è più vicino alla mia mentalità, non mi interessa niente della Champions League, anche se quando vivevo a Roma tifavo per i giallorossi. L’attuale tecnico (Antonio Gargiulo) mi ricorda Carletto Mazzone, è un sanguigno…”.

Francesco saluta, che dopo il triplice fischio, c’è un comunicato da preparare e inoltrare agli organi di stampa, il suo lavoro inizia dopo il 90’. Ci tiene a ribadire un concetto, chiede scriverlo a caratteri cubitali. Per lui la cosa più importante non è la notorietà, ma solo diffondere il suo messaggio: “Anche con il Parkinson si può vivere bene”.

 

*foto tratta da fanpage.it

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