di DARIO CIOFFI

Milano-Salerno sola andata. Per saldare un conto aperto con il destino e (ri)prendersi quel che un’estate fa gli era sfuggito sul più bello. Il treno dei desideri di Nicola Bartolini, nato a Cagliari 21 anni fa, professione ginnasta, segni particolari “duro a morire”, a settembre 2016 fece tappa all’ombra del Castello d’Arechi. La stazione del suo riscatto.

Erano i giorni della svolta. E della scelta. “Lascio o raddoppio?”. Nicola ci stava pensando davvero. Poche settimane prima, un infortunio a una spalla – mai abbastanza maledetto – gli aveva stracciato il biglietto che aveva già tra le mani, destinazione Rio de Janeiro, Giochi Olimpici, il sogno d’ogni atleta. «Stavo per coronarlo, però la vita d’uno sportivo è fatta anche di quest’incidenti», ricorda riavvolgendo il nastro del suo periodo più buio. Gli toccò guardarsi dentro, ripercorrendo le tappe della sua storia.

Era entrato per la prima volta in una palestra di ginnastica artistica a 5 anni, Bartolini. A 13 aveva già lasciato la sua Sardegna per trasferirsi a Milano. Un’escalation a suon di vittorie, arrivando dritto fino alla Nazionale azzurra. “È il nuovo Igor Cassina”, garantivano nell’ambiente senza timore di cadere nei paragoni irriverenti. Poi quell’infortunio, e il rischio di veder crollare tutto. «Antonello Di Cerbo e Juliana Sulce mi hanno proposto di trasferirmi alla Ginnastica Salerno. È stato un nuovo inizio. E adesso non voglio più fermarmi», racconta dopo aver “tenuto botta” da protagonista consumato dei palcoscenici televisivi a un’ora e mezzo di “Gol su Gol”, il programma d’approfondimento calcistico di Telecolore incentrato sulla Salernitana. «Io tifo Cagliari, stravedo per Marco Sau. Però ormai sono salernitano d’adozione e non posso che guardare con simpatia alle vicende granata, non fosse altro che per la grande passione che qui si respira».

Di passione nella sua carriera ne ha messa tanta, per scalare l’Everest del successo e soprattutto per scacciar via i cattivi pensieri di sfilarsi dopo la beffa pre-olimpica. «Qualche amico mi diceva: “Ma vai a Salerno a fare che cosa? Perché, fanno ginnastica al Sud?”. Gliel’abbiamo fatto vedere come la facciamo. E quanto vinciamo», sorride Bartoloni elencando con orgoglio i risultati di questa stagione, lui ch’è fresco campione d’Italia nel corpo libero agli ultimi tricolori di Perugia e all’alba dell’appuntamento nazionale per società da disputare “in casa”, al PalaSele di Eboli, dove nel prossimo weekend promette di trascinare la sua squadra alla promozione in A1.

«Mi alleno sette-otto ore al giorno, assieme ai miei compagni. Perché per puntare in alto devi esser predisposto al sacrificio. Puoi esser il più scarso del mondo, ma se t’imponi di farlo, se dai tutto te stesso per arrivare alla meta che ti sei prefissato, prima o poi ce lo fai», il Bartolini-pensiero ch’è diventato un “mantra” nella palestra di via Generale Clark. Lì Salerno ha accolto Nicola per riannodare i fili d’un discorso bruscamente interrotto prima di Rio, per raccogliere i cocci dei suoi sogni. «Mi sento a casa. La città è bellissima, e la gente di più. Il calore del Sud non è solo uno stereotipo, io l’ho toccato con mano».

Solare, brillante, estroverso, oltre che campione, Bartolini, già protagonista in tv nel reality sulla ginnastica “Vite parallele” trasmesso da Mtv, è “seguitissimo” sui social. Ha decine di migliaia di followers, però sbaglia chi se l’immagina mondano e mattatore della movida. «Il locale che preferisco a Salerno? Quello di Marcello il panettiere”, fa le colazioni più buone del mondo», scherza per far capire che da queste parti non è in vacanza. «Vivo da professionista. Sogno gli attrezzi e gli esercizi da fare anche di notte. Penso a tutte le rinunce fatte in passato, ai sacrifici dei miei genitori, e mi dico che nulla è impossibile. Che vale la pena spendersi sempre di più per raggiungere l’obiettivo».

Qual è l’obiettivo di Nicola? Intanto il Mondiale di Montreal, in Canada, il più immediato. E poi, naturalmente, le Olimpiadi di Tokyo 2020. Ché soltanto lì quel conto aperto con il destino sarà finalmente saldato. Milano-Salerno sola andata, allora. Per Bartolini è la stazione giusta per (ri)salire sul treno dei desideri che porta in Giappone…

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