Si tratta ‘solo’ di Coppa Italia di Eccellenza. Ma poco conta, se a 42 anni hai ancora le mani infilate nei guantoni, difendi i pali per la tua squadra del cuore, e ti levi anche lo sfizio di parare un rigore, ricevendo la meritata standing ovation del tuoi tifosi. Salvatore Pinna, per tutti Tore, non ha alcuna intenzione di smettere, anzi. Si sente ancora un ragazzino l’estremo difensore della Torres, tornato al calcio giocato lo scorso anno solo per provare a riportare la formazione sarda ai fasti del passato dopo le vicende poco felici degli ultimi anni. Non ci è riuscito, ma ci riproverà quest’anno il portiere ex Salernitana, come raccontato in una lunga intervista a gianlucadimarzio.com

Giocatore-tifoso

“Per me è come giocare in una squadra di Serie A, incarno alla perfezione il ruolo di giocatore-tifoso. Da piccolo dicevo sempre ai miei compagni che un giorno avrei difeso i pali della Torres e così e stato. Mi ero ritirato, mi hanno dato un’altra opportunità e sono tornato bambino: vivo quel sogno tutte le volte che scendo in campo“, afferma con orgoglio Pinna, che ha vestito (per oltre 10 stagioni) in tre momenti diversi la maglia della squadra della sua città. Il campionato è ancora alle porte, ma ‘Tore’ ha disputato già due gare di Coppa Italia d’Eccellenza senza subire nemmeno una rete e levandosi la grande soddisfazione di parare un calcio di rigore.

Cuore granata

Un pezzo del suo cuore però, è inevitabilmente legato a Salerno, dove Pinna ha conquistato da protagonista una Promozione in Serie B nella stagione 2007/2008, cavalcata suggellata anche lì con un penalty parato a Sansovini davanti a 20mila persone. “L’Arechi è indimenticabile per me e con la Salernitana mi sono sentito veramente un giocatore di serie A. Ricordo benissimo il 2008, la finale Salernitana-Pescara, quella per salire in B, quando parai un rigore a Sansovini. Scese giù lo stadio, mi vengono ancora i brividi se ci penso. Pescara è un altro capitolo felice della mia storia e lì, come a Salerno, sono stato amato. Ricordo ancora i trentamila del Bentegodi l’anno precedente, durante la finale Hellas Verona-Pescara, per salire in B: quante partite di serie A possono vantare questi numeri? Ma dopo l’anno di B, purtroppo, nonostante risultai per due stagioni il miglior giocatore dei biancoazzurri, davanti a gente come Marco Verratti, non arrivò la conferma“.

Ritorno in patria

Dall’Abruzzo Pinna decise già allora di tornare nella sua terra natia, provando a riportare la Torres tra i professionisti, impresa fallita prima di altre esperienze in serie minori e del (momentaneo) ritiro dal mondo del calcio giocato. Poi ha chiamato il cuore, e un passionale come lui non ha saputo resistere alla tentazione di un ultimo giro di tango con indosso la maglia della propria città. Questione di cuore…

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