di SABATO ROMEO

Cade il Napoli. Il primo k.o. stagionale partenopeo è un tonfo che mette in salita la corsa Champions. Perchè il 2-1 finale in favore dello Shakhtar complica non solo il discorso qualificazione ma soprattutto legittima i dubbi sulla tenuta fisica e mentale di un Napoli sbiadito e svogliato per 70 minuti prima del tardivo risveglio.

Andamento lento

La partenza del Napoli è l’esatta copia dell’uscita dai blocchi di Bologna: squadra molle, troppo lunga e stranamente imprecisa. Lo Shakhtar fiuta l’occasione, tiene bene il campo e con una combinazione veloce Taison-Ferreyra-Taison trova il meritato vantaggio con un tiro beffardo che un Reina poco reattivo può solo sfiorare. Il Napoli accusa il colpo, é incapace di ripartire e su un regalo di Hamsik vede Taison calciare su Reina in uscita. Il mancato pericolo non accende il Napoli che dopo un periodo di riassestamento prende coraggio, sfonda sulla sinistra ma non trova la zampata giusta. E quando Insigne tenta il marchio di fabbrica c’è un super Pyatov a dire di no volando all’incrocio.

La scossa Dries

La ripresa è un forcing azzurro senza però creare pericoli. Anzi, quando gli ucraini sembrano badare solo al vantaggio, arriva la pugnalata del 2-0: Taison crossa e inganna Reina scavalcato dal pallone e dalla testata facile facile di Ferreyra. Sarri tenta il tutto per tutto: fuori Hamsik, dentro Mertens e spazio ad un 4-2-3-1 che porta subito i suoi frutti. Il belga scappa via e porta a casa un rigore che Milik non sbaglia. Lampo che scuote il Napoli, protagonista di azioni a raffica senza fortuna. Il palo di Ferreyra è l’ultimo anelito di speranza ma Callejon prima e Milik poi sprecano occasioni ghiottissime aprendo la Champions azzurra con un k.o. duro da mandare giù.
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