di FILIPPO NOTARI
La fase di avvicinamento alla campagna elettorale per le Politiche è un po’ come il calciomercato. Nomi, indiscrezioni, smentite di circostanza. Un gran chiacchiericcio che, soltanto tra qualche mese, potrà diventare qualcosa di concreto. Per ora, dunque, si resta nel campo delle indiscrezioni e delle supposizioni. Quelle che, ieri sera, Gianfranco Valiante ha respinto in modo categorico. A chi, infatti, gli chiedeva di una sua possibile candidatura alle prossime Politiche, il sindaco di Baronissi, sorridendo, rispondeva con un categorico «no no, grazie».
Una risposta secca a chi, nel vedere arrivare nella Valle dell’Irno i big del Partito Democratico, aveva ipotizzato un coinvolgimento in prima persona per l’ex consigliere regionale. «Sono un uomo di squadra e faccio squadra», ha proseguito Valiante, rafforzando la sua risposta. «L’importante è dare il massimo in questo momento in cui l’Italia è spaccata in due. C’è una parte che tenta di governare ma c’è anche molta rabbia perché c’è una condizione di difficoltà per larghi strati della popolazione. E il fatto viene strumentalizzato. È facile riempire la piazza quando il popolo ha mal di pancia, il problema è spiegare, costruire e convincere sui fatti che sono realtà».
Una presa di posizione netta e che non lascerebbe spazio a interpretazioni. Se non ci fossero le dichiarazioni del presidente del Pd, Matteo Orfini che, a precisa domanda («Ci sarà un ruolo per il sindaco Valiante e per personaggi come lui che stanno lavorando per i territori?»), ha sottolineato la necessità di valorizzare quegli amministratori che si sono contraddistinti per il lavoro fatto sui propri territori (clicca qui per ascoltare l’intervista). «Credo che come partito dobbiamo valorizzare quello che i nostri amministratori fanno – ha affermato il presidente del Partito Democratico -. C’è stata una fase in cui fare il sindaco era semplice, c’era crescita, c’erano le risorse. Poi ci sono stati anni in cui fare il sindaco è stato complicato perché si sono subiti tagli, si sono sopportate mancanze di trasferimenti dal centro agli enti locali. E perché, vuoi o non vuoi, il sindaco è la prima istituzione che il cittadino si trova dinanzi. Credo che i sindaci che hanno saputo tenere botta e hanno saputo dimostrare capacità di leadership e capacità di rappresentare e tenere insieme una comunità, debbano essere valorizzati. Saranno e sono un pezzo del Partito Democratico».
Un invito indiretto? Chissà, in politica tutto può accadere. Proprio come nel calciomercato.
(foto tratta da Facebook)