Appartamenti insospettabili trasformati in case a luci rosse. E attività commerciali che, dietro prestazioni “estetiche”, permettono ben altri trattamenti. Il blitz effettuato venerdì sera nel quartiere Pastena, in un condominio di lungomare Colombo conferma un dato inequivocabile: Salerno si conferma sempre più la città delle “case chiuse”. Il fenomeno della prostituzione “nascosta” continua ad imperversare. L’operazione dei carabinieri della stazione di Mercatello, coordinati dal capitano Pier Paolo Rubbo, è soltanto l’ultima in ordine di tempo di una serie di verifiche che ha permesso di portare alla luce un mondo sommerso. Ma neanche tanto: perché la presenza delle alcove in città è facilmente riscontrabile navigando sul web e le segnalazioni dei residenti alle forze dell’ordine sono continue e ripetute.

A Pastena il regno delle sudamericane

Al civico 75 di lungomare Colombo i carabinieri hanno trovato tre giovani sudamericane, di età compresa fra i 19 e 23 anni, intente a offrire prestazioni con il loro corpo per una cifra fra i 100 e 150 euro. La “promozione” è facilmente visualizzabile da tutti, entrando su internet e cercando su siti “specializzati” le “offerte” da sfruttare al volo. La zona orientale resta il fulcro di un fenomeno che, negli ultimi mesi, ha portato a vari interventi dei carabinieri: poco meno di un anno fa, infatti, furono posti i sigilli a un bed&breakfast distante poche centinaia di metri dall’alcova scoperta nelle ultime ore, base di una vera e propria organizzazione del sesso a pagamento.

Le cause del fenomeno

Le alcove in città sono sempre più diffuse. Il pugno duro avviato dall’amministrazione comunale di Salerno contro la prostituzione in strada, avviato dall’allora sindaco (e attuale Governatore della Regione Campania) Vincenzo De Luca e proseguito dall’attuale primo cittadino Enzo Napoli, ha spinto sfruttatori e “libere professioniste” ad allontanarsi dall’area “a luci rosse” che parte da Torre Angellara e arriva per poi proseguire nel territorio del comune di Pontecagnano Faiano. Multe e denunce sono fioccate senza sosta, spingendo gli “addetti del settore” a trovare una soluzione alternativa.

Un “sistema” organizzato

Il modus operandi è sempre lo stesso. Gli annunci pubblicati su internet attirano i clienti grazie a proposte di prestazioni accattivanti e fotografie che lasciano poco all’immaginazione. Il numero di telefono permette il primo contatto con la promessa di un “regalino” da offrire dopo aver goduto del trattamento. La “qualità dell’offerta”, poi, è garantita grazie a piccoli trucchi: nelle alcove salernitane, infatti, il ricambio delle donne pronte a cedere il proprio corpo in cambio di denaro è continuo, consentendo così agli avventori di godere di proposte sempre rinnovate. Un discorso che vale anche per i centri massaggio a luci rosse e che è emerso dalle indagini dei carabinieri effettuate negli scorsi mesi che portarono alla chiusura di un’attività commerciale di via Fratelli De Mattia, in pieno centro, a pochi passi da Piazza della Concordia.

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