di EDOARDO CIOFFI

Quella di ieri è stata la domenica dei “grandi ritorni” sui gradoni degli stadi di serie A. Diverse sigle del movimento ultras italiano, infatti, sono tornate al fianco delle rispettive squadre del cuore in trasferta, dopo sette lunghi anni di battaglie contro la Tessera del tifoso. Grazie al protocollo siglato a Roma ad inizio agosto, alla presenza dei ministri Minniti e Lotti e del presidente del Coni, Malagò, si è registrata una discreta apertura nei confronti del mondo del tifo. Una piacevole novità, soprattutto per quelle tifoserie che avevano deciso di non sottoscrivere la Tessera e di portare avanti la propria sofferta scelta.

L’auspicato cambiamento ha fatto sì che diversi gruppi organizzati potessero nuovamente tornare a popolare i settori ospiti, lasciati troppo spesso desolatamente vuoti o comunque privi di colore e calore. In particolare, da registrare il ritorno in trasferta del gruppo Sconvolts Cagliari, tra i più integerrimi del movimento ultras nazionale, che ha potuto incitare la squadra rossoblu nella vittoriosa sfida di Ferrara contro la Spal.

Presenti nel settore ospiti dello stadio “Olimpico” di Torino anche gli Ultras Tito Cucchiaroni, sigla storica del tifo della Sampdoria, che dietro ad un eloquente striscione («A testa alta siamo tornati: mai stati tesserati») hanno sostenuto incessantemente i blucerchiati di mister Giampaolo.

Un altro rientro eccellente, riguarda la Curva Nord di Bergamo, tra le più attive in Italia nelle battaglie alla Tessera del tifoso e ai divieti di trasferta. Gli ultras dell’Atalanta hanno approfittato del “via libera” concesso dal Viminale e dalle questure per raggiungere in massa la vicina Verona, per il match contro il Chievo. Dietro due drappi nerazzurri (uno raffigurante il logo della squadra ed il nome della città, e l’altro contro il tanto discusso Articolo 9) i supporters della Dea hanno incitato per 90 minuti la propria squadra, facendola quasi sentire “in casa”.

Tuttavia, non sono mancate le polemiche: proprio sul ritorno in trasferta dei bergamaschi, la Curva A di Napoli, durante il derby contro il Benevento, ha avuto da ridire. «A Chievo dimentichi la tua battaglia, No Articolo 9 bergamasco canaglia!», il contenuto del pungente striscione con cui gli ultras partenopei della “A” (che hanno sottoscritto la Tessera e, dopo lo scioglimento di due anni fa, da questa stagione si sono ricompattati per le gare in trasferta) hanno imputato agli storici rivali nerazzurri di essere tornati fuori casa, dimenticando la loro ferma coerenza che li aveva portati negli anni a disertare le trasferte per l’applicazione dell’articolo 9.

Va infatti precisato che, grazie al Protocollo d’intesa, si è riusciti ad ottenere il via libera senza obbligo di card per le trasferte definite “non a rischio“, ma la normativa riguardante l’articolo 9 (applicato sempre a discrezione delle singole questure per quei soggetti con reati da stadio ritenuti “pericolosi” e quindi presenti nella blacklist) è rimasta immutata. A prescindere dalle varie prese di posizione, rivedere molte sigle storiche negli stadi ha rappresentato comunque un bello spot per il calcio italiano.

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