Emergono nuovi retroscena nei controlli effettuati lo scorso weekend dai carabinieri della stazione di Mercatello – guidati dal comandante Giacomo Lo Cascio – per smascherare il fenomeno “sommerso” della prostituzione in città. I militari dell’Arma non hanno scoperto soltanto la “casa chiusa” di Lungomare Colombo dove avvenenti giovani sudamericane cedevano il loro corpo a clienti in cerca di ore di passione per cifre fra i 100 e 150 euro: i carabinieri, infatti, hanno chiuso altri due centri dediti “all’amore a pagamento”.
Il blitz
Le attività investigative avviate hanno portato i carabinieri ad intervenire in via San Leonardo e in via Ostaglio, nel quartiere Fuorni. Nel primo caso, le verifiche hanno riguardato un centro massaggi gestito da alcune persone di nazionalità cinese scoprendo che, dietro i trattamenti estetici, si nascondeva ben altro. All’estrema periferia Est di Salerno, invece, le indagini hanno permesso di appurare la presenza di un’altra casa d’appuntamenti dove, da tempo, prendevano servizio giovani donne intente a cedere il loro corpo.
I retroscena
Al momento non è scattata nessuna denuncia. I carabinieri, però, proseguiranno il loro lavoro per scoprire se dietro le “alcove del sesso” scoperte nelle ultime ore si possa nascondere un vero e proprio giro delle prostituzione con donne sfruttate da protettori senza scrupoli. Il modus operandi resta sempre lo stesso: le “offerte” di prestazioni a luci rosse vengono pubblicate su internet tramite alcuni annunci su siti specializzati. Il contatto telefonico e la promessa di un “regalino” al termine del caldo incontro definiscono una trattativa che ha convinto centinaia di clienti. Il lavoro degli investigatori riguarderà anche chi ha beneficiato delle prestazioni.
Come sono nati i controlli
I militari dell’Arma della stazione di Mercatello – così come gli altri colleghi del capoluogo – non sono nuovi ad interventi del genere. Da tempo, infatti, alcuni residenti avevano segnalato presenze “sospette” nei pressi delle tre alcove scoperte nelle ultime ore, tanto da spingere qualcuno a esporre le proprie preoccupazioni alle forze dell’ordine. Indizi che si sono rivelati esatti, confermando la sempre crescente proliferazione delle “case chiuse” a Salerno.