di FILIPPO NOTARI
«Carcere per Pasquale Aliberti e Luigi Ridosso, arresti domiciliari per Gennaro Ridosso». È la decisione presa dal Tribunale del Riesame di Salerno in merito alla maxi-inchiesta antimafia sui presunti rapporti tra la politica scafatese e la criminalità organizzata. Per i giudici, dunque, è necessaria la reclusione in carcere per l’ex sindaco di Scafati, accusato di aver usufruito del sostegno dei clan per vincere le elezioni. Confermata, dunque, la decisione che era stata presa nel novembre del 2016 proprio dal Riesame di Salerno ma che, successivamente, era stata annullata dalla Corte di Cassazione.
Adesso, proprio come accaduto lo scorso 7 marzo, saranno nuovamente i giudici della Suprema Corte a pronunciarsi sulla legittimità delle misure cautelari disposte dal Riesame di Salerno. La difesa di Pasquale Aliberti, infatti, ha sempre sostenuto che il medico scafatese, essendosi dimesso dal ruolo istituzionale, non avrebbe potuto inquinare le prove.
Tesi naturalmente non condivisa dalla Procura Antimafia (pm Vincenzo Montemurro) che sostiene che l’ex sindaco, anche dopo lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche, abbia continuato a esercitare un ruolo. Di qui la richiesta di arresto in carcere per l’ex sindaco di Scafati e per Luigi Ridosso e ai domiciliari per Gennaro Ridosso (recluso in carcere per altri reati). Richieste accolte dal Tribunale del Riesame. Adesso sarà nuovamente la Corte di Cassazione a pronunciarsi sulla legittimità delle misure cautelari disposte dai giudici salernitani.