pasquale aliberti

di FILIPPO NOTARI

L’attività sui social network rappresenta uno dei nuovi aspetti esaminati dai giudici del Tribunale del Riesame di Salerno e che hanno portato ad accogliere la richiesta d’arresto nei confronti dell’ex sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti (decisione che resterà congelata fino alla pronuncia della Corte di Cassazione – clicca qui per leggere l’articolo).

I giudici, infatti, ritengono che attraverso il suo profilo Facebook, il politico scafatese abbia continuato a interagire con la cittadinanza, mantenendo viva l’attenzione sulla sua figura politica. Una considerazione suffragata da una nota redatta dalla Dia di Salerno che ha acquisito e analizzato i messaggi pubblicati in rete dal 17 settembre 2016 al 3 aprile 2017. In particolare gli inquirenti si sono soffermati sulle critiche che, in più di una circostanza, Aliberti ha mosso nei confronti della Commissione Straordinaria insediatasi al Comune di Scafati dopo lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche. Un comportamento che, secondo i giudici salernitani, rappresenterebbe la prova che il politico scafatese, anche dopo le dimissioni, avrebbe continuato a comportarsi come il sindaco della città dell’Agro Nocerino Sarnese.

Il monitoraggio effettuato dagli uomini della Dia, inoltre, ha riguardato anche l’attività social della moglie, la consigliera regionale di minoranza Monica Paolino. Diversi i messaggi attenzionati dai militari della Direzione Investigativa Antimafia di Salerno e che sono stati riportati nelle 25 pagine con cui il Riesame ha accolto la richiesta d’arresto dell’ex sindaco di Scafati.

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