guido roma salerno

di FILIPPO NOTARI

In via Porto il suo nome era leggenda. Perché è lì che Guido Roma ha trascorso gran parte della sua vita. L’ingegnere, come lo chiamavano un po’ tutti alla Canottieri Irno, se n’è andato stasera all’età di 86 anni, lasciando un gran senso di amarezza e un vuoto profondo nei cuori di quanti hanno avuto il piacere di conoscerlo.

Con la sua scomparsa Salerno perde una delle principali icone sportive. Protagonista d’imprese epiche, Guido Roma ha scritto pagine di storia memorabili del sodalizio di via Porto. Un amore scoccato negli anni ’50 con il canottaggio e coltivato per tutta la sua vita, finché il fisico gliel’ha consentito. L’ingegnere, infatti, ha continuato a remare fino a sei anni fa, rappresentando l’esempio da seguire per tanti giovani che si avvicinavano al Circolo Canottieri Irno.

Memorabile la discesa del Po in miniskiff realizzata nel 1975: partito da Torino arrivò a Venezia in quattro giorni, percorrendo 440 chilometri a remi. Un’impresa simile a quella realizzata qualche anno dopo quando da Salerno remò fino a Capri, percorrendo in barca anche il ritorno. Un uomo che amava le sfide e che puntava sempre a migliorarsi. Con il passare degli anni, infatti, si era cimentato anche nella canoa, conquistando un campionato italiano nella categoria master.

Fu anche uno dei tedofori che, a Salerno, portò la fiaccola olimpica per le Olimpiadi invernali di Torino 2006.

Imprese riconosciute anche dal Coni che nel 2011 l’ha insignito della Stella d’Oro al merito sportivo. Insomma, quella di Guido Roma è la storia di un mito che da oggi è diventato leggenda.

I funerali si svolgeranno domani (lunedì 25 settembre) alle 15,30 nella chiesa di Sant’Agostino.

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