“Marco Pantani non fu ucciso”. Adesso è Cassazione. La Suprema Corte ha chiuso così il caso giudiziario sulla morte del campione di Cesenatico, icona del ciclismo italiano e mondiale degli anni Novanta, ultimo a riuscire nell’impresa di vincere nella stessa stagione agonistica Giro d’Italia e Tour de France.
I giudici ermellini hanno dichiarato inammissibile il ricorso presentato dall’avvocato Antonio De Rensis, legali dei familiari di Pantani, contro l’archiviazione decisa dal Gip di Rimini a giugno 2016. L’inchiesta bis sulla morte del “pirata”, trovato senza vita il 14 febbraio 2004 nel residence “Le Rose” di Rimini, era stata riaperta nel 2014 su sollecitazione della famiglia che chiedeva di indagare sull’ipotesi di un fatto violento. La Procura però non ravvisò nulla, il giudice archiviò tutto e la Cassazione oggi ha confermato, chiudendo definitivamente la pista omicidio.