di NICOLA LANZILLI

Non si gioca, anzi si, ma a porte chiuse. Giornata alquanto movimentata a Barcellona dove anche il calcio è stato travolto dall’ondata di tensione e polemica dovuta all’attuazione del referendum (dichiarato anticostituzionale dal governo spagnolo) per l’indipendenza della Catalogna. A causa degli scontri tra le forze dell’ordine che volevano impedire ai cittadini catalani di recarsi ai seggi per votare, il Barcellona ha fatto richiesta di non disputare il match di Liga contro il Las Palmas.

 

IL “NO” DELLA LIGA

“Non ci sono le condizioni per scendere in campo” avevano tuonato i calciatori balugrana che di iniziare la sfida con il Las Palmas proprio non ne avevano voglia. Per la Federazione spagnola, però, solo le forze dell’ordine, attraverso una richiesta ufficiale, potevano dichiarare lo stato di allerta, accontentando il Messi e compagni. Richiesta mai inviata e Barcellona costretto a giocare.

 

L’INDECISIONE BLAUGRANA 

Nonostante l’obbligo di scendere in campo (pena sconfitta per 3 a 0 a tavolino) i calciatori e la società blaugrana non erano convinti di disputare la partita, ufficialmente da giocare a porte chiuse. Alle 15:45 il Las Palmas ha iniziato regolarmente la fase di riscaldamento in un Camp Nou completamente vuoto. Con 5 minuti di ritardo anche il Barça decide di recarsi sul terreno di gioco ed evitare la beffa della sconfitta a tavolino.

 

SUL CAMPO VINCE SEMPRE IL BARÇA

Perso il “duello politico” il Barça domina ovviamente sul campo. In un clima surreale, con le voci dei protagonisti a spezzare un silenzio tagliente, i ragazzi di Valverde dopo un primo tempo di adattamento si scatenano e conquistano i tre punti. Almeno quelli. Busquet e la doppietta di Messi stendono il Las Palmas, passato dalla vittoria senza giocare ad un perentorio 0 a 3.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *