Da calciatore è entrato all’Arechi soltanto una volta, con la maglia del Malaga, non per sfidare la “sua” Salernitana ma per affrontare la Juventus in una partita amichevole dell’estate 2012. Sarà una “prima” speciale per Enzo Maresca, allenatore (ufficialmente vice) dell’Ascoli e salernitano doc che da sempre ha seguito con grande affetto le sorti del cavalluccio marino. L’ex centrocampista di Juventus e Siviglia è intervenuto alla trasmissione Gol su Gol in onda ieri sera su Telecolore a pochi giorni da quello che sarà il suo “derby del cuore”. Tornando anche su un particolare retroscena. «Insieme a un gruppo d’imprenditori ero interessato a rivelare la Salernitana – spiega Maresca, ricordando quel che accadde qualche anno fa, quando la società allora guidata da Antonio Lombardi era sull’orlo del tracollo -. Fu un tentativo spinto dal fatto che credo che a Salerno si possa fare calcio con idee e progetti chiari in una piazza che ha grande passione. Ma non ci furono le condizioni e oggi credo che ci sia una proprietà molto forte».

Il nastro dei ricordi, poi, si riavvolge alla sua carriera da calciatore. E a quel desiderio mai esaudito di indossare la maglia granata. «Non ci sono stati mai chiacchiericci né trattative. Ho un grande affetto per questo club, ma negli anni in cui sono stato all’estero non c’è stata mai la possibilità di incrociarsi». Il presente si chiama Ascoli, che gli ha permesso di avviare la carriera in panchina insieme a Fulvio Fiorin, allenatore “capo” dei marchigiani e altro ex della sfida vista la sua esperienza in granata al fianco di Beppe Sannino. «Io e Fulvio stiamo provando a portare avanti delle idee. Meno di un anno fa giocavo ancora e in pochi mesi mi sono ritrovato a vivere un’esperienza così importante. Erano da anni che ragionavo da calciatore-allenatore, è una cosa che mi piace tanto – ha concluso Maresca -. Sto cercando di creare con i ragazzi un rapporto tranquillo, il fatto che ho smesso da poco mi permette di capire tante dinamiche dello spogliatoio. Se mi emozionerò sabato all’Arechi? Certo. Sono salernitano».

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