Le criticità del carcere di Salerno arrivano in Senato. Dopo i recenti episodi di cronaca che hanno interessato la casa circondariale di Fuorni, il senatore Franco Cardiello ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno, Marco Minniti «per sapere quali iniziative porrà in essere per superare, quanto prima, le criticità strutturali evidenziate e la non adeguatezza della pianta organica della casa circondariale».
Il componente delle commissioni Giustizia e Antimafia a Palazzo Madama ha elencato tutti i problemi che riguardano la struttura, evidenziando che «senza ulteriori risorse umane ed economiche per il personale della polizia penitenziaria, la situazione è destinata a peggiorare».
Un problema spesso denunciato anche dai sindacati ma per il quale non è stata individuata ancora una soluzione valida.
«Il carcere di Fuorni, inaugurato nel 1981, presenta forti criticità, quali un elevato deficit strutturale (rete fognaria, idrica ed impiantistica obsoleta e non a norma), sovraffollamento delle celle, problemi di sicurezza determinati dall’aumento di detenuti legati alla criminalità organizzata locale di stampo camorristico, ristretti in regime di alta sicurezza che creano ripetuti disordini interni. La presenza del reparto destinato ai reclusi affetti da patologie mentali, non seguito da personale medico specializzato per tutte le 24 ore, acuisce tali criticità – scrive Cardiello nell’interrogazione -. Inoltre, il regime aperto che consente ai detenuti di trascorrere parte della giornata fuori dalla propria cella non è attuabile in una casa circondariale difficile come quella di Fuorni, dove l’organico è insufficiente di circa settanta unità rispetto alle necessità della stessa. La carenza di personale produce un aumento insostenibile dei carichi di lavoro che determina straordinari non retribuiti, turni superiori alle 6 ore previste, negazione dei giorni di congedo e di licenza. In mancanza di un intervento appropriato da parte dell’Amministrazione centrale le problematiche evidenziate permarranno, con nocumento non solamente per i detenuti ma anche per gli operatori e gli agenti di polizia penitenziaria».