Salerno, sabato sera d’autunno. La movida degli “anta”, quella della pizza con gli amici e prole al seguito, comincia a sentir nelle ossa il primo freddo dell’anno, avviandosi verso casa e lasciando spazio alla movida “giovane”, quella che non ha problemi d’orario e non ha paura di guardare l’orologio. Un calderone che “non si da confidenza”, che si sfiora ma non si tocca. Ma che ieri si è mischiato osservando i movimenti ritmici delle mani, la maestria nello stendere i colori su alcuni cartoncini.

Sta incantando tutti l’artista di strada che da qualche giorno si è piazzato nei pressi della scuola Vicinanza, sul corso Vittorio Emanuele, in quello che è considerato il “regno” degli ambulanti abusivi e che negli ultimi anni è stato teatro di innumerevoli blitz delle forze dell’ordine. Un gilet leggero, le scarpe a stivaletto nere. Una sedia sgangherata “schizzata” in più parti di pittura e un faretto per farsi luce. Nessuno sa il nome di quell’artista che non parla mai. Ma riesce a comunicare alla grande grazie ai suoi quadri fatti con quei colori sgargianti conservati nei bric dei succhi di frutta.

Sta prendendo “posizione” già nel pomeriggio, restando lì imperterrito fino a tarda notte. E producendo decine di opere: poco più di dieci minuti per le sue creazioni che hanno attirato la curiosità di tantissime persone, pronte a creare capannelli e “frenare” il traffico pedonale pur di osservare la sua maestria. Un forte applauso rompe il brusio non molesto della notte salernitana quando l’artista di strada ignoto termina il suo lavoro e mostra la creazione al pubblico. Cancellando in sol colpo le polemiche sulla presenza degli abusivi degli ultimi mesi e mandando un messaggio forte. In fondo anche chi s’improvvisa “artista di strada” o venditore può diventare una risorsa per questa città.

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