«È molto difficile per me parlare dopo il governatore della Campania». La frase detta dal ministro dello sport Luca Lotti, in settimana, durante la presentazione a Roma delle Universiadi campane del 2019, è un esempio tangibile della “considerazione” di cui Vincenzo De Luca può godere a livello nazionale.
Per il Governo guidato dal “suo” Partito Democratico l’ex sindaco di Salerno è “uomo di punta”. Sempre Lotti, nella stessa sede del Salone di rappresentanza del Coni, fianco a fianco con il governatore, aveva ricordato – ad esempio – che «il Patto per il Sud, che finanzia le Universiadi, è stato realizzato anche grazie all’impegno di De Luca».
Insomma, il Pd nazionale, in particolare la corrente di maggioranza del segretario Matteo Renzi, coccola il presidente della Regione Campania, mentre a Napoli le cose vanno un po’ diversamente. E a lasciarlo intendere è lo stesso De Luca, con una dichiarazione eloquente in merito alle vicende del Partito Democratico di Napoli dove – chiarisce – «mi era stato chiesto da più parti di svolgere un lavoro di garanzia e di ricerca di un candidato unitario alla segreteria, che rispondesse all’esigenza di rilancio politico, di vicinanza agli amministratori, di apertura a nuove forze e nuove energie».
Com’è finita? Male. E il governatore si sfila. «L’ipotesi da me individuata, sottoposta peraltro al segretario nazionale del partito, rispondeva a questa esigenza. A Napoli, alcune componenti hanno deciso diversamente. Il mio ruolo di garanzia finisce qui. Invito tutti a non associare più il mio nome alle vicende interne del Pd di Napoli – la chiosa di De Luca -. Siamo talmente impegnati nel lavoro di rilancio della Regione da non poterci consentire inutili distrazioni».