canfora salerno

di FILIPPO NOTARI

L’appiglio per salvare le Province italiane arriva da Strasburgo. Il Congresso dei poteri regionali e locali ha, infatti, chiesto all’Italia di rivedere la politica di progressiva riduzione e di abolizione delle Province, ristabilendone le competenze e dotandole delle risorse finanziarie necessarie per esercitare le proprie funzioni. Una raccomandazione accolta con il sorriso anche a Salerno, dove il presidente Giuseppe Canfora sta “combattendo” la battaglia sin dal giorno del suo insediamento.

Presidente Canfora, da Strasburgo arriva un nuovo messaggio di speranza per le Province italiane?

«Sicuramente. Anche il Congresso dei poteri regionali e locali del Consiglio d’Europa ha deciso di dare una mano alle Province, riconoscendo che sono incardinate nella Costituzione e come tali devono essere finanziate, perlomeno nelle funzioni fondamentali. Non cerchiamo né un euro in meno né in più rispetto alle esigenze dei territori».

Quanto occorre per esercitare le vostre funzioni?

«Le Province italiane hanno bisogno dei 640 milioni che sono stati certificati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. È quello che ci tocca per legge. Finalmente anche il Congresso dei poteri regionali e locali del Consiglio d’Europa ha dato ragione all’Unione delle Province Italiane, a coloro che hanno votato “no” e alla Costituzione Italiana. Non poteva essere diversamente».

Fin qui, però, non pensa che il Governo italiano sia rimasto un po’ sordo rispetto alle vostre richieste?

«Il Governo, a mio modesto parere, commette un errore di valutazione. Perché, probabilmente, non dà il giusto peso alle Province italiane sulle quali gravano 104mila chilometri di strade e migliaia d’istituti scolastici. Se, semplicemente, si riflettesse sulla manutenzione delle strade e sulla cospicua ricchezza d’immobili di proprietà degli Enti, probabilmente si coglierebbe il senso di quello che chiediamo».

Strade e scuole. Com’è la situazione nel Salernitano?

«La situazione, fortunatamente, è migliore rispetto a qualche anno fa. Abbiamo resuscitato situazioni incancrenite che, probabilmente, avremmo fatto meglio a cancellare. Abbiamo avuto il coraggio di ripartire con la Fondovalle Calore. Di ripristinare la Cilentana. In questi giorni, tra l’altro, ci sarà un nuovo decreto da due milioni e mezzo per mettere in sicurezza tutte le gallerie della Cilentana. Poi procederemo a effettuare la segnaletica orizzontale e verticale. Al di là che la strada stessa è stata consegnata all’Anas. Un Ente che ha avuto dal Governo centrale 20 miliardi di euro da spendere nel triennio 2017-2020 e ha capito l’urgenza e la necessità di salvaguardare, attraverso una manutenzione straordinaria, buona parte del chilometraggio delle arterie a media e alta velocità».

Qualche settimana fa siete scesi in piazza per far sentire la vostra voce. Ci sono stati riscontri dopo quella protesta?

«Noi siamo mobilitati 24 ore su 24. Abbiamo un dialogo continuo con l’Unione delle Province Italiane, con il presidente Achille Variati e con tutte le altre province d’Italia. A Salerno abbiamo uno squilibrio che si aggira intorno ai 41 milioni di euro. Stiamo lavorando per ridurlo e dichiarare il pre-dissesto. Le Province italiane hanno chiesto allo Stato di finanziare un fondo per gli Enti in pre-dissessto o dissesto e di stanziare i 640 milioni di euro che sono stati certificati dal Mef».

Cambiando discorso. A Ravello si discute di una possibile riorganizzazione statutaria in seno alla Fondazione che punta a sostituire la Provincia con il Mibact. Cosa ne pensa?

«Francamente non capisco quest’esigenza. Credo che Ravello sia una splendida cittadina in una cornice altrettanto bella che è la Divina Costiera. Ma che è incardinata nella provincia di Salerno. Mi sembra soltanto un’offesa alla Provincia».

Guardando alle Politiche, invece, sulla stampa circola il suo nome per una possibile candidatura. Cosa c’è di vero?

«Sono indiscrezioni di stampa…».

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