La “vera” Gomorra nel retroscena della serie tv. L’amministratore delegato della “Cattleya” parla da testimone al processo che vede due ex manager della fortunata produzione Sky accusati di favoreggiamento personale. E davanti ai giudici non risparmia ipotesi pesanti. «Ufficialmente dalle casse della Cattleya non sono uscite somme di denaro se non quelle rendicontate. Ma non posso escludere che possano essere stati creati fondi neri, attraverso fatture gonfiate, con i quali siano stati pagati quei camorristi», ha detto in aula parlando del presunto “pizzo” pagato a un boss “vero”, di Torre Annunziata, ritenuto dall’Antimafia un ras del traffico di droga. Cattleya, infatti, avrebbe pagato per “avere a disposizione” la villa del boss del Penniniello, che nella serie Gomorra è poi diventata la casa del “capo-camorrista” don Pietro Savastano.

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