mcvill salerno

di SABRINA SICA

Per capire la profondità di una persona, per comprenderla e apprezzarla, basterebbe guardarla senza pregiudizi negli occhi. Con delicatezza, senza invaderla con insistenza. Per capire Andrea McVill Troisi, si potrebbe cominciare dalle sue opere. Guardarle con gli stessi occhi, quelli di chi comprende profondità e debolezze, svelerebbe il suo gran pezzo di cuore. Andrea, il suo estro e la sua stravaganza. Accompagnate da una sensibilità spiccata, spropositata. L’eleganza dei gesti, il peso di una cultura che si fa spazio in una società sempre più distante dall’arte. Giacche stravaganti, colori accessi per un viaggio che porta a chiare lettere il suo nome. I viaggi di McVill, in un frame che coinvolge – seppur virtualmente – e proietta a portata di touch la bellezza dell’arte vicina e lontana. Per ogni emozione una tela, un ricordo. Impresso con dei colori, mai lasciati al caso. Tele che nascondono debolezze, speranze, passione e sacrificio. Opere che raccontano persone, momenti e amori. Persi, ritrovati, e cominciati d’estate. Raccontano speranze, scatti di coraggio e di chi vuole fare della sua vita un capolavoro. Dipingere? «È la mia libertà». Una libertà che Troisi stringe forte a sé. Tra il sogno da bambino di avere un castello tutto suo e che ha lasciato oggi il posto a quello di Andrea ormai grande: «Vorrei trovare un lavoro in grado di sposare tutte le mie passioni, la mia paura più grande è proprio quella di non avere abbastanza tempo per fare tutte le cose che amo».

Ieri sera, il Vinile di via Velia ha ospitato la sua mostra: 15 ritratti, 15 volti. Un grosso punto interrogativo su quello centrale, a nascondere il vincitore del contest “McVill Quiz” lanciato il 18 ottobre all’interno delle stories-sondaggio di Instagram del talentuoso pittore e storico salernitano. Un nuovo aspetto dei #viaggidiMcVill insomma, diventati oggi sempre più interattivi e istruttivi. Diffondere la bellezza e la conoscenza attraverso i social: curiosità, spunti di riflessione, arte e cultura. Pochi selfie nel contest che mira a proporre le stories di Instagram come libro virtuale dei giovani, un’idea originale pronta a stravolgere e sensibilizzare. «L’arte per me è qualcosa che va aldilà di una mera esigenza estetica – ha spiegato Andrea -, deve rispondere al tempo e allo spazio in cui viene prodotta. In ogni mio dipinto c’è sempre qualcosa di me, basti pensare che io considero ogni opera come qualcosa che mi rappresenta e che mi renda riconoscibile agli occhi degli altri».

A sbaragliare i 101 concorrenti del “McVill Quiz”, Michele Curci che ha risposto correttamente alle 15 domande proposte da Troisi. «Andrea è il simbolo di una generazione eclettica – ha raccontato emozionato in un Vinile straripante -. Una generazione ristretta nel numero ma non negli orizzonti, figlia del suo tempo, protesa nel futuro ma ben radicata nel passato e in grado di spaziare dalla cultura allo spettacolo, dal caduco all’eterno in maniera intercambiabile mai sprezzante nemmeno negli attimi di narcisismo».

Una serata carica di aspettative, che è pronta a proiettare Andrea verso nuovi viaggi. Tutti da guardare, accarezzare, vivere. Tutti da incorniciare, in uno scatto. Una tela. E domani? «Mi auguro di dipingere gli altri membri della mia famiglia che ancora non ho ritratto alla maniera rinascimentale – ha risposto senza esitare Andrea Troisi -. Sono tanto contento di aver realizzato il ritratto di mio padre prima che sia scomparso e di averglielo potuto mostrare».

Ad illuminare il cielo dei viaggi di McVill una stella speciale. Su una strada carica di emozioni, affetto e sogni grandi quanto i suoi occhi. Luminosi, più che mai: ieri, oggi e domani nel suo mondo tutto colorato, dipinto a regola d’arte!

 

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