È sempre più elettrico il clima politico a Baronissi. Lo scontro generatosi dopo la mancata approvazione del Puc ha subito lasciato spazio a un altro caso. Ma stavolta il confronto è tutto interno alla maggioranza e vede protagonista il consigliere Giuseppe Pasquile che, dopo aver dimesso le sue deleghe a metà ottobre (clicca qui per leggere l’articolo), è tornato sulla questione. «Devo constatare che l’azione politica perpetrata rimettendo la delega alla video-sorveglianza al sindaco, ha avuto gli effetti desiderati», afferma il vice presidente del Consiglio comunale.
La scorsa settimana, infatti, è stato pubblicato l’avviso per la presentazione di affidamento dei lavori per il miglioramento e potenziamento del sistema di video-sorveglianza dell’Ente. «Nel solo interesse della cittadinanza, per la sicurezza del territorio e perché noi politici siamo chiamati a dare risposte nette e chiare alla popolazione, tre settimane ho dovuto effettuare una scelta politica sofferta. La remissione delle deleghe è stata un “sacrificio” politico – sottolinea Pasquile -ma è servita, a quanto pare, a spronare chi di dovere». Un riferimento chiaramente rivolto al primo cittadino Gianfranco Valiante. «Non immaginavamo una cotanta velocità da parte del sindaco e dell’amministrazione comunale nel mettere subito in pentola il progetto di video-sorveglianza di cui rivendichiamo la paternità politica e tecnica – prosegue Pasquile -. Restiamo pertanto favorevolmente basiti da questa solerzia, frutto inequivocabile del nostro precedente disagio istituzionale che ha quindi prodotto ciò che auspicavamo per il territorio e per la popolazione».
Ma il consigliere comunale di Baronissi ne ha anche per il collega dell’opposizione Tony Siniscalco. «È inutile e stucchevole che Siniscalco, che si erge come al solito a paladino dei baronissesi, si proclami con i suoi comunicati stampa competente di una materia non sua e soprattutto faccia populismo spicciolo sul come, quando e chi installò le prime telecamere a Baronissi. Quando il sindaco mi conferì le deleghe all’ICT e video-sorveglianza, trovai una situazione drammatica, con telecamere cinesi sparse sul territorio e volute dall’amministrazione precedente di cui Siniscalco ne aveva fatto parte per ben quattro anni – conclude Pasquile – Non venga a raccontare frottole ai cittadini di Baronissi: offende l’intelligenza della popolazione distorcendo la storia politico-amministrativa a suo piacere».
Parole a cui ha immediatamente risposto il componente della minoranza. «Ahi, ahi, ahi, ma perché le persone rispondono senza sapere nemmeno cosa dire? Perché la politica diventa un mezzo per cercare di apparire ciò che non si è? E non è detto che non si sia migliori senza ergersi a grandi strateghi», l’affondo di Siniscalco. «Ebbene, sono stato “attaccato” sull’argomento videosorveglianza a Baronissi. Peccato che chi l’ha fatto non abbia, al contempo, smentito le mie parole. Arroccarsi dietro il termine “populismo” (troppo spesso abusato da tanti rappresentanti del PD, e non so in quanti ne conoscano il vero significato) non nasconde quella che è la verità dei fatti. Temi di cui invece ben sono a conoscenza i cittadini – conclude Siniscalco -. Un consiglio a chi cerca di buttare fango su di me: non nasconda, dietro aggressioni verbali verso un’opposizione costruttiva per il paese, i propri problemi all’interno di una maggioranza sempre più divisa. La politica è ben altro e il bene della comunità dovrebbe essere il punto catalizzatore di essa, non le acrimonie per chi, forse, riesce a lavorare meglio, nonostante in opposizione».