prostituzione salerno

di ALESSANDRO MOSCA

Schiave per 15 euro al giorno. L’inchiesta della Procura di Salerno contro lo sfruttamento della prostituzione – che ha portato all’arresto di quattro persone e all’iscrizione nel registro degli indagati di altri sedici – ha fatto emergere una realtà, nascosta o spesso ignorata, che vede giovani donne coinvolte in situazioni inimmaginabili, in cui sono costrette a digerire ogni tipo di sopruso. È il caso delle “massaggiatrici” cinesi ingaggiate da alcuni destinatari dell’avviso di conclusione indagine che negli ultimi anni all’ombra del Castello d’Arechi avevano messo su delle spa “a luci rosse”, dei centri massaggi in cui molto spesso i trattamenti estetici terminavano con ben altre prestazioni. Un mondo sommerso dai guadagni miseri per gli “anelli deboli” del sistema. Al termine della loro giornata “lavorativa”, infatti, ricevevano un compenso da fame, capace a malapena di soddisfare i minimi bisogni: 15 euro.

A svelare il tutto ai carabinieri, probabilmente stufe del trattamento a loro riservato e forse sollevate dall’operazione dei militari agli ordini del maggiore Pietro Paolo Rubbo, sono state le stesse giovani donne che, fra l’altro, venivano utilizzate all’interno delle attività commerciale senza alcun vincolo contrattuale, nella completa illegalità. Una di loro, lo scorso 17 marzo, è esplosa. E ha confessato tutto. La donna, infatti, evidenziava “come l’intero profitto dell’attività di massaggi e prestazioni sessuali veniva versato nelle casse della società” a cui faceva capo l’attività commerciale, precisando “di ricevere per l’attività di lavoro solo 15 euro al giorno, più vitto e alloggio”.

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