Smantellata dai carabinieri un’organizzazione di ladri di pannelli solari. Sono stati 90 gli arresti eseguiti tra l’Italia e l’estero, con 6mila pannelli recuperati su 15mila rubati. Un’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip del Tribunale di Livorno, su richiesta della locale Procura, nei confronti di 51 persone, tutti marocchini, accusati di “associazione per delinquere” e “furto aggravato” di pannelli solari. I 51 arresti (24 in carcere e 27 ai domiciliari) sono stati eseguiti questa mattina dai carabinieri in 9 regioni: Toscana, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Abruzzo, Emilia Romagna, Piemonte e Liguria. Ma nel corso dell’indagine erano già state arrestate 40 persone, tutte di nazionalità marocchina, di cui 28 in flagranza in Italia e 12 all’estero, questi ultimi in collaborazione con le forze di polizia di Francia, Spagna e Marocco, attivate tramite il canale Interpol. In tutto, quindi, le persone arrestate sono 90.
In totale, tra Italia ed estero, sono stati recuperati dai carabinieri circa 6mila pannelli solari, per un valore complessivo di oltre 3 milioni di euro, tutti sottratti dall’organizzazione a ditte e privati di diverse province d’Italia e destinati ad essere rivenduti sul mercato del Marocco. I furti scoperti nel corso delle investigazioni avrebbero fruttato all’organizzazione oltre 8 milioni di euro. L’indagine ha consentito di scoprire numerosi furti perpetrati in 15 province di 10 regioni (Livorno, Pisa, Asti, Bari, Campobasso, Cuneo, Frosinone, Lecce, Pescara, Potenza, Salerno, Taranto, Terni, Verona, Viterbo), per un totale di oltre 15mila pannelli, per i quali sono state denunciate complessivamente 98 persone.
L’indagine è stata sviluppata a partire dal marzo 2016 a seguito di quattro furti di pannelli solari tra le province di Livorno e Pisa, avvenuti tra il 25 marzo ed il 7 aprile 2016, perpetrati con il medesimo modus operandi da cui si evinceva che gli autori erano sempre gli stessi, avevano competenze specifiche in quel settore merceologico, nonché capacità logistiche ed organizzative adeguate per il trasferimento della particolare ed ingombrante refurtiva. Il Nucleo Investigativo aveva avviato, così, una complessa attività d’indagine che ha consentito di individuare 10 “batterie operative”, dedite alla commissione di furti ai danni di impianti fotovoltaici, composte da cittadini marocchini, interconnesse tra loro, convergenti in un’unica struttura organizzata. Gli indagati sono tutti stabilmente dimoranti in Italia, con concentrazioni più significative nella provincia di Salerno, in particolare nell’agro nocerino-sarnese. I furti, come quelli nel territorio livornese, avvenivano sulla base di modalità predefinite, pianificate nei minimi dettagli e ripetute in ogni occasione, secondo uno schema tipico. La refurtiva era destinata ad essere rivenduta sul mercato marocchino a gruppi organizzati di acquirenti connazionali che ne commissionavano la fornitura.