di SABATO ROMEO
Un gol alla Cremonese, l’inizio di quella rimonta ai playoff finita poi nel peggiore dei modi. Riapre il libro dei ricordi Davide Carcuro, mediano veneto di quella Salernitana tutto cuore ed orgoglio, più forte delle peripezie societarie ma stoppata dal Verona nel caldo torrido dell’Arechi che sciolse il cuore del calcio salernitano. Dopo aver girato l’Italia ora il centrocampista ha deciso di avvicinarsi a casa, militando in serie D con la maglia della Liventina in attesa di diventare papà. Eppure i pensieri vanno a quella rincorsa, quella realizzata nel campionato 2010/2011, partita proprio grazie a Carcuro, autore del gol vittoria con la Cremonese che riaccese entusiasmi e speranze.
«Resta un ricordo bellissimo – ammette il mediano -. Segnare sotto la Sud è il sogno di ogni calciatore che indossa la maglia granata. Ricordo fu una partita difficile, combattuta fino alla fine perché quella Cremonese era davvero una squadra tenace. Quella vittoria però fu importantissima perché diede il via alla nostra rimonta».
Una rimonta straordinaria terminata con la sconfitta in finale play-off con il Verona che decretò anche la fine della Salernitana Calcio. Che ricordi ha di quella stagione?
«Fu un girone di ritorno intensissimo e pieno di gioie nonostante i tanti problemi che avevamo. Non guadagnavamo un euro, la maggior parte era lontano da casa ma riuscimmo nonostante il dramma societario a compattarci e a sfiorare di trasformare un sogno in realtà. Eravamo giovani, avevamo voglia di fare e di emergere. Con l’aiuto del ds Nicola Salerno e con i tifosi che ci spinsero fino alla gara con il Verona arrivammo ad un passo dalla serie B. Poi però in finale non riuscimmo a completare la rimonta: quello resta il mio unico grande rimpianto di quell’esperienza».
Quella sconfitta decretò anche la fine della Salernitana. E la rinascita sotto la gestione Lotito-Mezzaroma. Cosa pensa di questa squadra?
«Stanno facendo un grande campionato. Poi hanno un ottimo allenatore come Bollini. L’ho avuto quando ero nella Primavera della Fiorentina e già allora era un allenatore molto caratteriale che nelle difficoltà riusciva ad esaltare la forza mentale della squadra. La stessa cosa la sta facendo ora: le tante rimonte sono il segnale di una squadra che incarna il credo dell’allenatore. Restando uniti e sempre sul pezzo, questa squadra può ambire ai playoff. Lo auguro a loro e a questa piazza che merita una grande soddisfazione».
Un giudizio su Bocalon, acquisto che ha “indirizzato” in estate?
«Sono felice per Riccardo. Lo conoscevo bene perché ci avevo giocato insieme al Venezia. In estate come ha saputo della Salernitana mi ha contattato per avere delle informazioni sulla piazza e sulla città. Sapevo potesse rendere sin da subito, in Lega Pro ha fatto tanti gol ed ormai arrivata l’ora di provare il salto in serie B».
Oltre a lui, chi può essere l’uomo in più per i granata?
“Faccio un nome: Sprocati. L’ho visto giocare e mi ha impressionato: ha gamba, velocità, dribbling ma soprattutto fa dei gran gol. Può essere decisivo a lungo termine. Poi tifo per Luigi Vitale, compagno d’avventure a Terni e difensore oltre che uomo di altra categoria».
Quanto può essere importante la spinta dell’Arechi?
«Il pubblico di Salerno è fuori categoria. Ti dà una spinta senza eguali in giro per l’Italia, ti porta tanti punti. Nell’anno di Prima Divisione soprattutto grazie a loro riuscimmo a convertire dei pareggi in vittoria fondamentali. Auguro loro di poter gioire presto e ai calciatori di entrare nei loro cuori così come abbiamo fatto io e i miei compagni in quell’annata bella ma sfortunata».