di SABRINA SICA
A sistemare continuamente quel ciuffo. Per trattenere le paure, superare le barriere. Con un movimento preciso, rapido ma mai banale. Con le mani, in maniera sistematica. Come fosse un rituale, corredato da un sorriso preciso. Pulito. Pochi timori, occhi spalancati e luminosi. Che non si abbassano mai, nemmeno quando ad un passo dall’Ariston il sogno s’infrange. Ma è solo questione di tempo, a vent’anni i sogni non possono infrangersi. Si mettono nel cassetto ancora per un po’ e fanno un passo indietro solo per prendere la rincorsa. Vittorio Sisto, il giovane artista di Pontecagnano Faiano, non sarà tra i protagonisti delle Nuove Proposte del Festival di Sanremo 2018. Un verdetto inaspettato, che lascia un po’ d’amaro in bocca ma che non toglie la grinta e l’entusiasmo per continuare a insistere più motivato che mai. «È andata così perché doveva andare così – ha commentato Sisto -. Non è semplice da superare: arrivi a due passi dall’obiettivo e con un soffio va via tutto. Ma non mi demoralizzo, ho ancora tutto da vivere e sentire sulla pelle. Sanremo è un tassello da aggiungere, magari l’anno prossimo o magari quando sarà». Un tassello, quel pezzo mancante in un puzzle di sogni ambiziosi e motivati. La musica è la sua vita, il centro di qualsiasi cosa. «La regina». Sono ormai lontani i giorni in cui Vittorio – piccolissimo – accovacciato sotto al letto cantava di nascosto “Strada facendo”, restano un ricordo emotivo le sue paure e le sue timidezze. Vittorio è cresciuto, dopo l’esperienza nel 2011 a “Ti lascio una canzone” – il programma di Rai 1 che lo ha consacrato al grande pubblico – e l’esigenza di lasciare una traccia tangibile di se con la realizzazione del primo EP “L’inizio”, il percorso del giovane cantante salernitano è inarrestabile più che mai. «Dopo “Ti lascio una canzone” ho cominciato a studiare, fino a quel momento non avevo mai preso lezioni – ha raccontato -. Ritrovarmi in prima serata con una vera orchestra è stato come vivere un sogno ad occhi aperti, ho duettato con artisti del calibro di Anastacia, Massimo Ranieri e Stadio: mi rendevo conto che il canto è un dono ma va indirizzato, va stimolato. Così ho cominciato a studiare, e proprio quando tutto sembrava andare per il meglio ho scoperto di avere un piccolo problema alle corde vocali».
Un fulmine a ciel sereno per chi «con la voce vuole costruire la sua vita», che ha lasciato presto lo spazio ad un crescendo di occasioni e soprattutto emozioni. Con la “voce nuova” Sisto tornerà nel 2015 a “Ti lascio una canzone” nella categoria big fino a mettersi alla prova con musica e parole. Un tutt’uno con i suoi brani, le sue emozioni. Un vortice di sfumature, colorate e sfavillanti che lo porteranno ad un passo dal palco dell’Ariston con il brano “Anime diverse” prodotto dall’etichetta Veradeis Edizioni Musicali scritto e realizzato insieme al suo collaboratore Antonio Coppola. «Trovarmi a cantare davanti a Claudio Baglioni è stata un’emozione che non dimenticherò mai, non è andata come speravo – ha sottolineato ancora Sisto -, ma non mollo. Tra dieci anni sarò alle prese con uno stadio San Siro straripante, e chissà quanti Festival di Sanremo avrò già incorniciato«. Non perde l’ironia, sorridente più che mai. Ma soprattutto non lascia scivolare via alcuni dei suoi sogni più grandi e importanti. «Sono ambizioso, emotivo ma soprattutto sono un cantante – ha continuato -. Negli occhi ho un mondo, di pensieri progetti. In questo momento preferisco continuare a studiare piuttosto che imboccare la strada dei talent: mandano un messaggio sbagliato, oggi sembra che chi riesce a entrare in un talent entra di diritto a far parte dei cantanti bravi. Non è così, i talent devono essere visti come un’opportunità non un punto d’arrivo». E se Baglioni e il “suo” Festival dovranno aspettare, Vittorio Sisto non ha proprio i connotati di chi si lascia scoraggiare da un “no”. Il suo segreto? «La competizione associata alla musica non mi piace. Quando mi ritrovo spaesato tra tanti numeri e tante persone, mi basta voltarmi verso la mia famiglia che mi segue ovunque. Sono loro la mia forza, sono loro il mio coraggio per continuare a crederci». Vedrai Vittorio, strada facendo, “perché domani sia migliore, perché domani Tu”.