di VITTORIO GALIGANI
Ci si attendeva una forte, pimpante Salernitana. Si è vista una bella Cremonese. Un buon complesso, ben costruito, con i giocatori giusti per la categoria. La Salernitana poteva andare sotto nei primi minuti. Piccolo e soci hanno fallito un paio di occasioni sontuose. Poi è venuta fuori la squadra granata premiata dal gol di Ricci. Il secondo tempo è stato un monologo dei grigio rossi nella metà campo dei padroni di casa. La rete messa a segno da Arini, il giusto premio alla prestazione dei ragazzi allenati da Tesser.
Salernitana che becca ancora il gol su situazioni a palla ferma. Maglie larghe nelle marcature sul secondo palo. Bocalon alterna prestazioni valide ad altre piuttosto scialbe. Ieri evidentemente non era nella sua giornata migliore. Rodriguez si impegna, ma non ha ancora raggiunto la condizione fisica ottimale. In avanti il migliore di tutti è sempre Alessandro Rossi. Nei trenta minuti in cui Bollini gli concede la scena mette in mostra qualità, estro e fantasia. Come in altre, recenti occasioni fa da solo a “sportellate” con la difesa avversaria. Una sua penetrazione/progressione, iniziata dalla metà campo, avrebbe meritato una sorte migliore. Una “follia” non farlo giocare dall’inizio? Ci rifletta Bollini.
Merita la citazione Mantovani. Acquisisce grande sicurezza partita dopo partita. Il giovane difensore centrale è divenuto il leader della difesa. Non fa rimpiangere gli assenti. Si è conquistato i “galloni” sul campo. E’ diventato, in un continuo crescendo, inamovibile.
Salernitana, nel complesso, meno brillante del solito. Dopo la sontuosa prestazione di Cesena ci si attendeva di più. Affiora in qualcuno la stanchezza. L’inevitabile usura del campionato. Vitale protagonista di uno splendido inizio di stagione ne è il sintomo più evidente. La squadra, perché no, potrebbe accusare anche il peso di quei 12 risultati consecutivi. Il prossimo impegno di Cittadella potrà diradare o addensare ipotetiche nubi. Per ora la zona play off è ampiamente meritata. A prescindere.
Nel dopo partita il “magno” Claudio disponibile come non mai al dialogo. In forma smagliante nonostante la sconfitta nel derby romano. Su di giri, su tutti i fronti. Anche in quelli che riguardano la Federcalcio. Tavecchio deve “abdicare” anche secondo il parere di Lotito. Tavecchio nel rispetto del volere del popolo sovrano paga per gli “orrori” di Gian Piero Ventura. Pochi sanno, però, che fu proprio il “magno”, nel periodo in cui comandava a palazzo, ad affidargli la conduzione della squadra nazionale. Nel calcio capita anche di questo. Dante, fosse stato in un girone dell’inferno, lo avrebbe chiamato contrappasso!