Da Ottaviano a Salerno per fare il carico di droga. Staccando le batterie dei propri cellulari per non essere intercettati, localizzati. Il gruppo di pusher sgominato ieri da un blitz della Polizia, coordinata dalla Procura salernitana guidata da Corrado Lembo, studiava ogni dettaglio per sfuggire ai controlli delle forze dell’ordine. Non sapeva, però, che le auto in viaggio verso i Vesuviani, per il rifornimento di sostanze stupefacenti, erano già monitorate.
Quello di “isolare” i telefoni è un metodo efficace, raccontato anche da Roberto Saviano, nel suo ultimo libro “Bacio feroce”, in cui lo scrittore continua la storia – in un misto di cronaca giudiziaria e fantasia – della “Paranza dei bambini” di Napoli.
Tanti i retroscena dell’inchiesta che ha portato all’esecuzione di 17 misure cautelari (tra arresti in carcere, domiciliari e obblighi di firme, oltre ad altri indagati liberi). Lo spaccio, secondo la ricostruzione fatta dagli agenti della Squadra mobile, avveniva sempre in posti diversi: dalle abitazioni dei pusher alla consegna a domicilio (spesso anche nei pressi dei luoghi di lavoro dei clienti) o anche dinanzi a locali pubblici. Il gruppo era riuscito a incanalarsi in diverse zone della città di Salerno, spingendosi fino ad Eboli e Pontecagnano. La droga veniva invece custodita a Pellezzano, in un luogo al quale avevano accesso pochissimi uomini fidati del gruppo.