Numericamente esigua e senza una grossa tradizione sui gradoni, quella del Cittadella rappresenta una delle tifoserie più giovani di tutta la cadetteria. Pur trovandosi a disputare quest’anno l’undicesima stagione in serie B, al nord-ovest della provincia di Padova non si registra quel seguito e quella passione che meriterebbe una società così solida e lungimirante.
Gestito dalla famiglia Gabrielli, nota sul territorio veneto per l’attività imprenditoriale nel ramo siderurgico, il sodalizio patavino negli ultimi diciassette anni ha stabilmente militato tra cadetteria e serie C ma non ha mai visto aumentare gli aficionados sugli spalti. Numeri mai all’altezza della categoria, neppure quando il “Citta” è arrivato a lottare ai piani alti, sfiorando una storica promozione nel salotto buono del calcio italiano. Meglio del più blasonato Padova Calcio negli ultimi campionati, eppure “snobbato” dalla tifoseria biancoscudata.
Un’indifferenza che si è registrata anche quando, a causa dell’inagibilità dello stadio Tombolato, il Cittadella fu costretto a giocare le gare interne all’Euganeo. I padovani veraci non hanno mai considerato la rivalità con i cittadellesi né hanno mai pensato di “appoggiarli”, dimostrandosi quasi infastiditi dalla loro presenza nel proprio stadio. Nel 1996, quando i granata del Veneto si barcamenavano in C2, un gruppetto di ragazzi cominciò a riunirsi sulle tribune del vecchio Tombolato per incitare la squadra della propria città. Privi di sigle e di drappi “identificativi”, quei tifosi diedero il là ad un movimento che prima d’allora non si era mai visto da quelle parti e grazie anche ai risultati positivi conseguiti dal club patavino, si appassionarono sempre di più.
Un gruppo di amici, più che un vero e proprio gruppo ultras, che provava ad assicurare il sostegno alla squadra granata nei match casalinghi. All’epoca, infatti, il gruppo di sostenitori cittadellesi non prendeva neanche parte alle gare esterne, seguendo le sorti della compagine granata soltanto tra le mura amiche. La prima storica trasferta, in circa 50 unità, fu alla fine della suddetta stagione, con il play-off (poi perso) contro il Lecco.
Con l’inizio del terzo millennio, i supporters del Citta trovarono anche un nome e cominciarono ad identificarsi dietro la sigla “Bandinero granata”. Una serie di denominazioni, poi, ha contraddistinto negli anni quel gruppo di affezionati ai colori granata, fino ad una recente “divisione”: da una parte quelli che volevano far nascere un vero e proprio movimento ultras, con presenza assidua e sostegno anche in trasferta, dall’altra la mancata voglia di seguire quest’ideale, restando fedeli ad una linea più distaccata di gruppo e di tifo. Primi “screzi” interni, che portarono inevitabilmente a scelte diverse. Anche oggi, infatti, nella Tribuna Est del Tombolato, si possono notare queste sostanziali differenze. Nel settore che ospita abitualmente la parte più calda del tifo del Cittadella, si trovano due gruppi di supporters posizionati agli estremi della gradinata, con modi e idee diverse circa il sostegno alla propria squadra.
Nella zona più vicina all’unica curva dell’impianto cittadellese, ovvero il settore riservato agli ospiti, si posizionano i tifosi del club “Granata per sempre”. Si tratta di un gruppo composto per lo più da persone di mezza età, sempre molto colorati ma incostanti nel sostenere la squadra durante i novanta minuti di gioco. Dalla parte opposta della gradinata, invece, gli ultras di casa, che nonostante il numero piuttosto esiguo provano a farsi sentire per tutto il match ed espongono drappi granata che richiamano il logo del club calcistico fondato nel 1973.
Nel mezzo del settore, altri club “mischiati” a semplici appassionati di calcio che raramente si lasciano trascinare e preferiscono godersi comodamente la partita in quella Tribuna Est che appare, comunque, troppo grande per i numeri abituali del pubblico di casa.
Foto Massimo Felicetti (tratta dalla pagina Facebook “A.S. Cittadella 1973”)