Di NICOLA LANZILLI
Le sue prime reti in serie B, quel passato da giocatore di basket e un soprannome “pesante” da portare avanti. Alessandro Rossi si racconta ai microfoni della Lega di B e fa un resoconto, già positivo, della sua esperienza con la Salernitana. “È vero in passato ho giocato anche a basket” – spiega Rossi – “Una passione tramandatami da mia madre e mio nonno. Entrambi ex giocatori di pallacanestro ad alti livelli. Ricordo che nella stessa settimana feci prima un provino per la Tiber Basket e poi per la Lazio. Ma a prevalere fu la passione per il calcio”. Come molti ragazzi “malati” del pallone cresciuti negli anni 80 e 90 anche Sandro, come viene chiamato dagli amici, era un appassionato del cartone animato “Holly e Benji“. Tant’è che porta sempre con se una statuetta del protagonista Holly, diventato per segno del destino anche il suo soprannome. “Quando giocavo nella primavera della Lazio mister Inzaghi mi diceva spesso che gli ricordavo Holly, che poi è il mio personaggio preferito dell’infanzia”. “Qui a Salerno mi hanno accolto tutti benissimo. Ogni giorno cercano di darmi consigli preziosi. Sono felice di poter contare sul supporto di giocatori più esperti come Rosina, Tuia e Perico. Spero di continuare a far bene. L’emozione di segnare i primi gol all’Arechi è stata indescrivibile. Emozione poi condivisa con mia mamma e mia sorella presenti sugli spalti”. Per entrare nei cuori dei tifosi della Salernitana Rossi non ci ha messo molto, anzi. Doppietta con il Bari a parte, l’ex laziale con uno spirito di sacrificio da far invidia ai più grandi campioni incarna a pieno il concetto di “sudare la maglia” tanto caro agli amanti del cavalluccio granata. A Rossi, dunque, non resta che emulare il suo idolo da bambino e rendersi protagonista di un’impresa. Magari già quest’anno con la maglia della Salernitana.