L’inferno è alle spalle, ma nel cuore restano una paura infinita e un dolore fortissimo. Liudmyla ha rischiato la vita, ma ha avuto la forza di denunciare e adesso prova a ricominciare grazie all’aiuto di due associazioni, “Anerc” e “Per Aspera ad Astra”, che hanno decisa d’accompagnarla in questo percorso di rinascita.
La donna, 40enne ucraina di Vinnycja (260 chilometri da Kiev) ha raccontato la sua storia al quotidiano “La Città” oggi in edicola, in un’intervista firmata da Domenico Gramazio. «Sono arrivata a Salerno 5 anni fa per curarmi, avevo problemi di diabete. In Ucraina non ci sono centri specializzati. Qui sono entrata in dialisi, sperando in un trapianto di reni e pancreas cui sono riuscita a sottopormi a Padova. Devo dire grazie alle associazioni “Anerc” e “Per Aspera ad Astra” che hanno reso tutto possibile lo scorso mese di agosto. Vivo con una pensione sociale di 280 euro al mese e loro hanno provveduto a tutto. Mi hanno dato l’opportunità di rinascere».
Lieto fine? Così sembrava. Fino a sabato scorso. «Ho preso in subaffitto una camera da una famiglia originaria di un altro Paese dell’Est Europa in un appartamento del centro di Salerno. Il figlio della coppia che abitava lì, avrà 40 anni circa, ha prima cercato di entrare più volte in stanza con modi gentili. Poi alle 23, dopo 5 ore dal mio ingresso in casa, ha scatenato l’inferno. Ha aperto la porta della mia camera, si è abbassato i pantaloni e ha tentato di abusare sessualmente di me. Non riuscendoci ha iniziato a colpirmi proprio tra il rene e il pancreas appena trapiantati. Ho rischiato di morire – il racconto choc di Liudmyla -. Ho gridato con tutta la voce che avevo in gola. Ho attirato l’attenzione del padre del mio violentatore che, nel tentativo di fermare il figlio, è stato anche picchiato. Così sono scappata. Ho dormito in piazza Vittorio Veneto, all’esterno della stazione di Salerno, stringendo tra le mie mani le medicine».
Ora però la 40enne ucraina vuole ricominciare, grazie a due persone che lei non smette di chiamare «angeli custodi». Giovanni Lombardi e Rosaria Napoli, rispettivamente presidenti delle associazioni “Anerc” e “Per Aspera ad Astra”, hanno deciso di non abbandonare Liudmyla dopo il doppio trapianto a cui si è sottoposta Padova e, anzi, ora vogliono continuare ad aiutare la donna che ha avuto il coraggio di denunciare le tentate violenze. Già, il coraggio di denunciare. «Io l’ho fatto – chiosa la donna – e invito tutte le persone che subiscono quello che ho passato io a recarsi dalle forze dell’ordine. Senza timore».