Una sentenza importante. Che potrà fare giurisprudenza. Ma che soprattutto potrebbe sollecitare maggiore responsabilità sul tema della sicurezza nello sport a livello amatoriale. Dopo circa cinque anni di “battaglia” legale, il Tribunale di Salerno ha riconosciuto un cospicuo risarcimento a un giovane atleta che fu vittima di un grave infortunio in un torneo di calcetto. Tibia e perone rotti a 18 anni, quattro interventi chirurgici. Un’odissea causata non da un contrasto di gioco ma da un’irregolarità del campo, fatale per il ragazzo che continua a scontare le conseguenze di quell’incidente.

Al termine del lungo iter, però, la Giustizia ha sancito le ragioni del giovane, oggi 23enne, nella controversia che lo opponeva a chi gestiva quella struttura sita in un comune della provincia di Salerno. «È una sentenza che può rappresentare un precedente e un esempio per responsabilizzare a una maggiore manutenzione delle strutture sportive. Il giudice ha infatti riconosciuto il nesso di casualità tra il grave infortunio e le condizioni del campo», affermano gli avvocati Andrea Criscuolo e Silvio Roberto che hanno assistito il ragazzo vittima dell’incidente nella sua battaglia legale.

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