Tra le strade della città s’è udito un solo grido. «Battipaglia dice “no”», lo slogan intonato da migliaia di persone – circa 10mila -, scese in piazza stamane per protestare contro la realizzazione dell’impianto di compostaggio nella città della Piana del Sele. Una scelta, quella della Regione Campania, che ha scatenato la rivolta del popolo battipagliese che, al pari dell’Amministrazione comunale, è intenzionato a portare avanti la propria battaglia per impedire la realizzazione dell’impianto.
Una protesta forte e che, in alcuni frangenti, ha fatto registrare anche momenti di tensione. Un gruppo di manifestanti, durante il corteo, ha prima tentato di dirigersi verso lo svincolo autostradale con l’intento di bloccarlo e, poi, si è riversato verso la stazione ferroviaria dove, ad attenderlo ha trovato la polizia in assetto antisommossa.
Rabbia che ha riportato alla mente di tanti battipagliesi quanto accaduto in città nell’aprile del 1969. «Quel ricordo non è lontano, non lo abbiamo dimenticato – ha ammesso la sindaca Cecilia Francese -. Serve maggiore attenzione per questa città che attende tante risposte in materia di rifiuti».
Un riferimento ai fatti accaduti 48 anni fa a Battipaglia quando la città della Piana Del Sele fu teatro di una tragica manifestazione per la tutela del lavoro. Mentre una delegazione di operai si trovava a Roma insieme al sindaco dell’epoca per chiedere al Governo di non chiudere due storiche aziende – un tabacchificio e uno zuccherificio -, in città si svolse un corteo che sfociò in un’autentica rivolta. Il bilancio fu tragico: due morti ed oltre 200 persone gravemente ferite.
Un episodio agghiacciante che ha segnato per sempre non soltanto la storia di Battipaglia ma anche quella del Sud e delle sue lotte per il lavoro. Adesso, 48 anni dopo, la città della Piana del Sele torna a lottare per dire “no” all’impianto di compostaggio.